Accadde Oggi - 06 febbraio 2025, 07:00

6 FEBBRAIO 1980. La Provincia offre 55 milioni di lire per l'Oliveto Sperimentale ma l'Istituto per la Floricoltura ne vuole quasi il doppio

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6 FEBBRAIO 1980. La Provincia offre 55 milioni di lire per l'Oliveto Sperimentale ma l'Istituto per la Floricoltura  ne vuole quasi il doppio

La Provincia offre 55 milioni di lire all'Istituto Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo (proprietario) per acquistare l'Oliveto sperimentale di regione Garbella che, però, ne vuole 100 di milioni.

"Una speculazione assurda: questo terreno, ora abbandonato, verrebbe destinato alla ricerca e alla sperimentazione", commenta Franco Pullia (Cisl). L'appezzamento della disputa tra enti si trova in zona Prino, quasi al confine occidentale della città di Imperia. Ha una superficie di 14.507 metri quadrati e comprende anche un grosso fabbricato. Fu comprato, nel 1933 dall'Istituto Sperimentale per l'olivicoltura di Imperia. 

Disteso su cinque fasce e affacciato sul mare, è dotato di tre vasche per l'irrigazione di oltre 1.000 metri cubi. In origine doveva servire per attuare un programma di ricerca sperimentale sulle piante di ulivo e sulle olive. Nel marzo del 1939, il professor Carlo Carocci Buzi, allora direttore dell'Istituto, fece mettere a dimora otto varietà di ulivi da tavola, tra italiane e spagnole. "Il terreno in Regione Garbella sarebbe utilissimo per tentare iniziative pilota nel campo dell'olivicoltura e per avviare una graduale trasformazione dei metodi di produzione - osserva ancora Pullia - ma è indispensabile che l'Istituto per la Floricoltura cali le sue pretese. Bisogna arrivare a una mediazione, magari attraverso l'operato delle forze politiche, della Regione Liguria, del ministero dell'Agricoltura. Quell'area non è privata ma demaniale. Si deve fare presto, perché oggi é ancora coltivabile, domani chissà". 

Dopo che il professor Carocci Buzi andò in pensione, il ministero dell'Agricoltura affidò l'Oliveto all'Istituto Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo. "Ma non se ne è mai occupato, tanto che il terreno, adesso, è incolto e in stato di desolazione - rincara la dose Pullia - come sindacato siamo più volte  intervenuti per salvaguardare un patrimonio considerato molto importante sotto l'aspetto scientifico, sollecitando interventi ad hoc".
La Provincia, d'intesa con le Comunità Montane, si è finalmente mossa, decidendo di avanzare un'offerta giudicata congrua. "Vorremmo rilanciare questo uliveto - conferma il presidente della Provincia, Titta Novaro - potrebbe diventare un centro di formazione e di aggiornamento per olivicoltori e agricoltori. All'interno delle strutture edificate si potrebbero compiere studi sull'olivicoltura per migliorare la produzione".

Giorgio Bracco

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