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Attualità | 13 ottobre 2022, 16:16

Ventimiglia: domani inizia il processo per gli aggressori di Musa Balde, Alternativa Intemelia si costituisce parte civile

“Quanto successo a Musa sia senza dubbio il frutto e l'amara conseguenza del serpeggiare di un razzismo montante fra le vie della nostra città”

Musa Balde

Musa Balde

Domani si terrà al Tribunale di Imperia la prima udienza contro i tre cittadini italiani che, il 9 maggio dell'anno scorso, assalirono brutalmente Musa Balde all'uscita del Carrefour in via Roma a Ventimiglia, reo di essere particolarmente insistente nel chiedere le elemosina. In un sovvertimento kafkiano della realtà, Musa venne dimesso dall'ospedale di Imperia con una prognosi di 10 giorni, rapidamente identificato e trasferito nella sezione di isolamento interno del CPR di Torino, in quanto privo di documenti validi al soggiorno, passando da vittima di una grave aggressione a colpevole di "irregolarità del soggiorno" nel giro di poche ore”.
Alternativa Intemelia annuncia così la propria partecipazione al processo al via domani a Imperia con la decisione di costituirsi parte civile.
Per giorni impossibile da rintracciare anche per il suo avvocato e incapace di accettare perché gli fosse stato riservato questo trattamento mentre i suoi carnefici continuavano a passeggiare a piede libero, Musa decise infine di togliersi la vita nella sua cella il 23 maggio 2021 - prosegue la nota del movimento ventimigliese - riteniamo che quanto successo a Musa sia senza dubbio il frutto e l'amara conseguenza del serpeggiare di un razzismo montante fra le vie della nostra città, delle omissioni della politica locale che ha deciso di marginalizzare e invisibilizzare i migranti giunti sul territorio, privandoli di ogni supporto umanitario, nonché di un'Europa sorda e dal volto feroce con i profughi provenienti dal Sud del Mondo, respingendoli alle proprie frontiere e rifiutando di trovare soluzioni condivise. È alla luce di ciò che, come Alternativa Intemelia, abbiamo preso la decisione di costituirci parte civile contro gli aggressori e a fianco della famiglia di Musa, giunta appositamente dalla Guinea. Perché anti-razzismo e uguaglianza non sono valori negoziabili. Perché anche a Ventimiglia esistono persone che non ritengono sopportabile questa perenne sospensione dei diritti umani. Perché il grido di giustizia che si era alzato sui media e nell'opinione pubblica più di un anno fa ha bisogno di un megafono e di non essere dimenticato”.

C.S.

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