Attualità - 17 settembre 2022, 07:11

Sicurezza della terapia farmacologica, il dottor Masoni: "Il progetto di Asl1 si basa su ricognizione e riconciliazione"

Il 17 settembre si celebra la Giornata nazionale per la Sicurezza delle Cure e della Persona assistita

Sicurezza della terapia farmacologica, il dottor Masoni: "Il progetto di Asl1 si basa su ricognizione e riconciliazione"

In Liguria, e nella provincia di Imperia, il 17 settembre si celebra la Giornata nazionale per la Sicurezza delle Cure e della Persona assistita, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e l'impegno globale sul tema della sicurezza dei pazienti. Ogni anno viene selezionato un tema per far luce su un'area prioritaria fondamentale per la sicurezza del paziente: nel 2022 la Giornata è dedicata alla sicurezza della terapia farmacologica.

“E’ una giornata programmata a livello nazionale e si terrà il 17 settembre. Il progetto che abbiamo come Asl1 è quello della ricognizione e riconciliazione farmacologica- spiega il dottor Dario Masoni - “E’ un progetto che fa riferimento ad una raccomandazione del Ministero della Salute, la raccomandazione numero 17. Le raccomandazioni sono dei percorsi che il Ministero indica come buone pratiche nella gestione di attività cliniche. La numero 17 è quella riguardante i farmaci ed è una raccomandazione che prevede la ricognizione e la riconciliazione della terapia farmacologica”.

Una ricognizione della terapia farmacologica, completa anche dei prodotti da banco, rappresenta un efficace strumento per la prevenzione degli eventi avversi in due aree chiave, quali la poli-terapia e le transizioni di cura. La ricognizione farmacologica, effettuata periodicamente, consente di individuare eventuali inappropriatezze, interazioni farmaco-farmaco, interazioni farmaco-malattia e di evitare discrepanze non intenzionali e loro possibili conseguenze nelle transizioni di cura. “Qualsiasi paziente, soprattutto persone anziane o fragili, comunque hanno in genere una terapia farmacologica che spesso è multifarmaco, cioè prendono parecchi farmaci. Il principale soggetto di prescrizione di questi farmaci è il medico di medicina generale, però succede che queste persone a volte vengono ricoverate in ospedale oppure sono in residenza protetta dove vengono visitate e caricate di altri farmaci. Molte volte l’operatore, sia esso medico, farmacista o infermiera, non è in grado di aver presente immediatamente la terapia seguita dal soggetto perché magari è anziano o non è in grado di comunicare o semplicemente non si ricorda e quindi il Ministero raccomanda di mettere in atto una procedura, meglio tramite procedura informatica, e ce ne sono già alcune pronte, in cui l’operatore sia in grado subito di vedere la terapia farmacologica seguita dal soggetto" - aggiunge il dotto Masoni - "Questo sistema è in grado, oltre a fare una ricognizione, di fare anche una riconciliazione, cioè vedere se i nuovi farmaci che verranno prescritti sono magari incompatibili oppure presentano delle criticità con la terapia che il paziente attualmente segue, e soprattutto danno accesso alla conoscenza di quello che il paziente prende quando non è in grado di comunicarlo”.

“Nel software che viene creato, le informazioni che devono essere raccolte sono varie: il nome commerciale, il principio attivo del medicinale, il disagio, la patologia, la data di inizio e durata della terapia, la data e l’ora dell’ultima dose assunta, soprattutto riguardo a specialità medicinali che hanno una terapia long acting che durano molte ore nel corso della giornata, la via di somministrazione, gli eventuali trattamenti se sono farmaci o flebo al difuori delle prescrizioni della scheda e anche l’assunzione eventuale, ora molto diffusa, di integratori fitoterapici che molte volte, ad insaputa del soggetto, hanno delle interazioni con i farmaci veri e propri. Inoltre viene indicata la presenza di particolari patologie, di allergie o intolleranze conosciute, tutte le terapie pregresse e l’assunzione anche di particolari alimenti che possono interferire con la terapia, con particolari farmaci. Per esempio certi antibiotici non si possono prendere con dosi di pompelmo o particolari verdure o frutta, come certi anticoagulanti. Vengono indicati anche i dati fisiologici del paziente: l’età, il peso, l’altezza, lo stile di vita, se ha degli impianti o particolari dispositivi medici” – specifica - “Questa raccolta di informazioni viene messa all’interno di questo software che dovrà essere utilizzato dai soggetti che operano in campo sanitario, quindi, dal medico di medicina generale, al farmacista che riceve la prescrizione al medico ospedaliero”.

“Ci sono, purtroppo, molti fattori che ostacolano questa raccolta e controllo di dati. Innanzitutto la difficoltà di ottenere un resoconto molto accurato, soprattutto in caso di urgenza; poi la mancanza di completezza della lista di medicinali, che è un problema che arriva dal medico curante perché molte volte non è a conoscenza di tutto quello che prende il paziente. Altri fattori sono la modifica delle dosi e le sospensioni della terapia, succede spesso e volentieri che ci sono soggetti che magari seguono delle terapie non continuative, soprattutto farmaci presi nella cronicità e poi non continuate e così queste terapie risultano essere inutili” - continua - “Questo è il sistema della ricognizione, cioè capire tutto quello che il soggetto prende”.

“Poi abbiamo la riconciliazione” – dichiara il medico – “Nella messa dei dati che raccogliamo dobbiamo riuscire a capire tutte le problematiche che ci sono, soprattutto le interferenze che si possono creare tra farmaco e farmaco, le interferenze che si possono creare fra farmaco e alimento, le interferenze che si possono creare prendendo qualcosa in orari non consoni, perché vi sono farmaci che vanno presi in determinati orari, l’individuazione di particolari percorsi dedicati a soggetti particolari, quindi il paziente cronico o il paziente oncologico o quello in Rsa. I due step devono essere calibrati al fine di evitare il più possibile qualsiasi interferenza e qualsiasi errore”.

A breve verranno organizzate delle iniziative in provincia di Imperia soprattutto rivolte sia ai medici di medicina generale sia agli operatori ospedalieri ma per il momento non sono state ancora fissate delle date” – annuncia il dottor Masoni - “E’ un progetto che dovrà essere sviluppato, è un po’ in itinere ma è molto importante perché aiuterebbe sia i medici di medicina generale o i pediatri sia gli operatori ospedalieri e i farmacisti sul territorio visto che i dati dovrebbero essere condivisi, nel rispetto della privacy”. 

"La sicurezza dei pazienti rappresenta una delle nostre priorità per garantire un continuo miglioramento dell’assistenza sanitaria – commenta il presidente e assessore alla Sanità della Regione Liguria Giovanni Toti La Liguria è da anni impegnata a promuovere la sicurezza nelle strutture sanitarie e nell’ambito dei processi di assistenza. Anche quest’anno, grazie alla disponibilità dei professionisti liguri, sono state organizzate sul territorio regionale diverse iniziative per promuovere la comprensione del tema della sicurezza delle cure, in particolare, quello del corretto uso dei farmaci".

Elisa Colli

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