Attualità - 03 agosto 2022, 07:21

Calano i fallimenti in provincia di Imperia: -50%. In Liguria il dato più alto, 75 imprese portano il libri in Tribunale

Il report elaborato dalla Cgia di Mestre fa riferimento alla prima parte del 2022. Nell'imperiese sono 'solo' 3 le attività dichiarate fallite e il nostro territorio è al penultimo posto di tutto il Nord Ovest

Calano i fallimenti in provincia di Imperia: -50%. In Liguria il dato più alto, 75 imprese portano il libri in Tribunale

Il caro energia-carburante, l’impennata dell’inflazione con l’impossibilità di cedere i crediti acquisiti con il superbonus 110 per cento e i mancati pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori sono le cause principali che hanno costretto, e costringeranno, molte attività commerciali e produttive a portare i libri in tribunale.

Nonostante il numero dei fallimenti registrato negli ultimi due anni non sia particolarmente elevato, il rischio che, dal prossimo autunno, torni ad aumentare in misura preoccupante è alquanto probabile. Lo attesta la Cgia, l'associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre. Per molte società la chiusura definitiva non sarà causata dall’impossibilità di pagare i propri debiti, ma per crediti inesigibili, ovvero per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della pubblica amministrazione. 

Dopo le difficoltà causate dalla pandemia da Covid-19 nel biennio 2020-2021 e a seguito degli effetti negativi riconducibili alla guerra in Ucraina a partire dal prossimo autunno il numero dei fallimenti potrebbe tornare a crescere e subire una brusca impennata nel corso del 2023. Davanti a norme incerte che da mesi stanno condizionando negativamente l’applicazione del superbonus del 110 per cento, gli intermediari finanziari (banche, istituti finanziari, etc.) hanno praticamente bloccato gli acquisti del credito. A fronte di questa situazione, le imprese del comparto casa (edili, dipintori, installatori impianti, falegnami, etc.) non sono più in grado di fare gli sconti in fattura. E con crediti fiscali già acquisiti e non cedibili, che in molti casi ammontano a centinaia di migliaia di euro per singola azienda, molte imprese si trovano in crisi di liquidità e sul punto di sospendere i cantieri, non essendo più in grado di pagare i fornitori. Ma la situazione più problematica rimane lo stock dei debiti commerciali di parte corrente in capo alla nostra Pubblica Amministrazione  che continua ad aumentare. Nel 2021, infatti, i mancati pagamenti ammontavano a 55,6 miliardi di euro. Ciò vuol dire che le imprese che lavorano per la PA non hanno ancora incassato una cifra spaventosa che è pari al 3,1% del Pil nazionale.

Sempre in questa prima parte del 2022, a livello regionale solo la Liguria ha visto aumentare il numero di fallimenti, che sono stati infatti 75 (+13,6%). La Valle d'Aosta ha mantenuto lo stesso numero (3), mentre tutte le altre regioni evidenziano diminuzioni. In Piemonte i fallimenti sono stati 200 (-4,8% rispetto ai primi cinque mesi 2021). A livello provinciale, Verbania, con 9 fallimenti, ha fatto registrare il record nazionale dell'incremento rispetto ai primi cinque mesi del 2021 (+200%); ma altre tre province del Nord Ovest presentano confronti negativi: Genova con 52 fallimenti (+26,8%), Savona con 10 (+25%) e Alessandria con 28 (+21,7%).

Vercelli ha chiuso alla pari con 5 fallimenti dall'inizio di gennaio alla fine di maggio; mentre le restanti province del Nord Ovest hanno evidenziato un calo di fallimenti rispetto allo stesso periodo 2021: Torino ne ha contati 118 (-4,1%), La Spezia 10 (-9,1%), Cuneo 16 (-11%), Novara 15 (-21,1%), Biella 3 (-50%), Imperia 3 (-50%) e Asti 6 (-53,8%).

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU