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Attualità | 22 marzo 2021, 07:21

EcoForum Legambiente: la provincia di Imperia cresce ma non basta, si guarda con preoccupazione al Covid - L'ANALISI

Significativo il risultato di Imperia.

Imperia

Imperia

Il Covid non ha fermato il tradizionale EcoForum di Legambiente, la fotografia sull'andamento della raccolta differenziata. La provincia di Imperia, cresce ma c'è ancora molto da fare. Questo quanto emerge dal dossier annuale, edizione 2020, basato sui dati raccolti nel 2019. 

Il dato sulla Liguria è poco lusinghiero nell'ambito del nord Italia. La nostra regione nel 2019 ha raggiunto e superato (con il 53,4%, +4% rispetto all'anno precedente) il valore del 50% che avrebbe dovuto raggiungere nel 2009. Fanno peggio di noi solo Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Secondo Legambiente il problema non è rappresentato dal ponente imperiese ma dalla città di Genova dove la differenziata non decolla. La provincia di Imperia si attesta al 54,4% (+8,2%), dietro La Spezia che guida al 73,9% e Savona, 61,5% ma davanti a Genova ferma al 44,6%.

Nel dossier viene evidenziato il risultato di Imperia, al 66,86%, inserita tra i comuni virtuosi, con una popolazione superiore ai 15mila abitanti, in quanto capace di raggiungere il 65% di differenziata. Al secondo posto tra i capoluoghi liguri. 

A livello provinciale il ponente imperiese detiene ancora la maglia nera regionale, per quanto riguarda la voce 'rifiuti free'. Ovvero, tutti quei comuni che oltre a rientrare nei limiti di legge (65% di rifiuti urbani riciclati e massimo 10% di smaltimento in discarica) riescono ad ottenere risultati anche migliori e con un procapite di secco residuo inferiore ai 75 kg per abitante all’anno. In provincia di Imperia, rispetto al resto della Liguria, non c'è nessun comune che rientra in questo ambito. 

Sul ponente imperiese sono solo 10 i comuni degni di nota, per quanto riguarda le percentuali di differenziata. Quattro in più rispetto al dossier 2019. 

La classifica provinciale è cambiata. Riva Ligure si è presa il podio dei 'comuni ricicloni', passando dal terzo al primo posto nel giro di un anno, raggiungendo l'80,9% di raccolta differenziata, con un incremento del 7,1% (quarto posto su scala regionale tra i comuni costieri). Bordighera, primo posto nel dossier 2019, scende al secondo, con il 77%, incrementando dello 0,4%. Terzo posto per Seborga al 71,9%, -4,2%. Al quarto posto la 'lotta' tra Taggia e Santo Stefano al Mare, stessa percentuale di differenziata, al 71% ma residuo secco procapite maggiore per la comunità tabiese che quindi slitta in quinta posizione. Seguono infine San Lorenzo al Mare, Imperia, Prelà, Montalto Carpasio e Molini di Triora. 

Ulteriore nota dolente per  la provincia di Imperia sono tutti quei comuni che non hanno raggiunto nemmeno la soglia del 35% di raccolta differenziata. La riviera dei fiori detiene il record negativo, con il maggior numero di realtà a livello regionale: 20, quest'anno. Dal dossier emerge che la classifica è formata da: Chiusavecchia, Ceriana e Soldano che insieme a Perinaldo, Diano Marina, Borghetto d'Arroscia, Diano Castello, Ventimiglia, Dolcedo, Chiusanico, Civezza e Dolceacqua che si attestano su percentuali tra il 30 e il 34%. In fondo, quindi con risultati peggiori invece abbiamo Airole, Castel Vittorio, San Biagio della Cima, Badalucco, Pigna, Olivetta San Michele, Isolabona e Apricale. Quest'ultima località chiude al 15,3%, con un ribasso del 2,1% rispetto all'anno precedente.

"Dati confortanti ma la Regione deve accelerare. Finalmente saliamo sopra il 50% - ha commentato Santo Grammatico - nell'imperiese quasi un terzo dei comuni non raggiunge il valore del 35%. Un ritardo dal punto di vista degli obiettivi di quasi 15 anni. Ci sono anche buone notizie, nel 2018 erano 110 i comuni ricicloni, c'è stato un leggero incremento con la Liguria che oggi conta 120 comuni. Un dato confortante se lo guardiamo in rapporto ad esempio al dato del 2015 quando erano soltanto 35 questi comuni. Gli amministratori locali che ringraziamo, con grande fatica hanno rivisitato la gestione dei rifiuti. Moltissimi hanno scommesso sulla differenziata porta a porta". 

"In Liguria abbiamo 27 comuni rifiuti free. Dal 2018 si è aggiunto solo un comune. Sulla questione del secco procapite, l'indifferenziata, tutti i comuni dovranno lavorare. E' la parte che produce le maggiori esternalità da un punto di vista sia del turismo dei rifiuti, l'esportazione verso altre regioni che va ad incidere sui costi per i cittadini. Lungo la nostra costa 2 comuni su 3 raggiungono il 65% di differenziata. Il Comune di Imperia, in un anno ha aumentato la raccolta differenziata del 31,6% arrivando al 66,9 e affianca La Spezia che rimane sempre la migliore tra i comuni capoluogo". 

Legambiente intanto in vista del prossimo EcoForum in programma entro fine anno, guarda con attenzione al 2020, l'anno del Covid. Tutti gli ospiti concordano sull'importante impatto che avrà la pandemia sulla gestione dei rifiuti. C'è preoccupazione con un aumento degli abbandoni dei DPI, come mascherine e guanti, oltre a un generico aumento della produzione dei rifiuti. Difficile al momento fare previsioni sui numeri ma l'economia dell'asporto inciderà in modo significativo. Di pari passo però si segnala l'interesse delle aziende che hanno cercato per quanto possibile di trovare materiali eco compatibili. 

Stefano Michero

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