Attualità - 20 ottobre 2020, 07:14

Nuovo Dpcm, Chiappori contro il Governo: "Vergognoso", e pensa a un codice etico che i dipendenti dovranno rispettare fuori dal Comune

Duro il commento del sindaco di Diano Marina: "Non possiamo essere il loro parafulmine, non chiudo nessuna via". Ai lavoratori comunali dice: "Anche fuori dall'ufficio devono rispettare le regole. Sia a casa che nel privato"

Nuovo Dpcm, Chiappori contro il Governo: "Vergognoso", e pensa a un codice etico che i dipendenti dovranno rispettare fuori dal Comune

“È vergognoso, siamo alla follia”.  Duro e lapidario il commento di Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina, in merito al nuovo Dcpm entrato in vigore ieri per contenere il contagio da Covid-19. Se da un lato il premier Conte in diretta tv domenica sera ha snocciolato le nuove misure, molte circostanze ancora oggi sono in via di definizione. Tra queste il riferimento ai sindaci, esplicitato dallo stesso premier, in merito ai poteri di chiusura di strade, piazze e vie nelle quali si possono creare assembramenti potenzialmente pericolosi. Se si legge con attenzione, però dal testo definitivo del Dpcm il riferimento ai sindaci è “sparito”.

Dopo le critiche mosse dai primi cittadini sull’intero territorio nazionale anche il sindaco della città degli aranci non le manda a dire al Governo. Non possiamo essere il parafulmine delle loro disposizioni, tuona Chiappori. Rimane sempre tutto sulla schiena dei sindaci, non abbiamo più voglia di affrontare così questa situazione, cercheremo di reagire. Non possiamo fare i buffoni. Noi siamo sempre in combattimento, in trincea, ma non può ricadere tutto sempre sulle nostre spalle”.

Il sindaco di Diano Marina precisa che “le regole contenute nei Dcpm e nelle varie ordinanze regionali le faremo di certo rispettare, ma adesso io non chiudo né strade né piazze. Anzi, non chiuderò niente. Ognuno faccia quello che vuole, io non chiudo alcunché. Mi limiterò a far rispettare le norme varate. C’è una confusione totale. Non si sa dove sta la verità. Oggi una cosa e domani un’altra. Non è possibile affrontare la situazione con queste modalità e con questo tipo di burocrazia che ci sommerge”.

“Adesso hanno disposto che i locali chiudono tutti a mezzanotte, continua il sindaco, e viene anticipato il divieto per la consumazione al bancone. Il covid solo la sera si prende per chi ha deciso queste disposizioni. Temi importanti invece, come la scuola e i trasporti non sono stati affrontati. La scuola rimane in presenza, sottolinea il sindaco dianese, ma nessuno ha parlato del sovraffollamento dei pullman. Io credo che la verità comunque per evitare qualsiasi tipo di contagio resti solo una: distanza sociale, igiene, e uso delle mascherine”.

Per 'contrastare' il contagio da covid-19, però il sindaco Chiappori sta decidendo di attuare un documento , una sorta di codice etico, da sottoporre e far adottare ai dipendenti comunali. “I nostri uffici sembrano un ospedale, dice alla nostra testata. Abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza: guanti, mascherine, igienizzanti, riunioni non in presenza, rilevatore della temperatura corporea e il plexiglass. I dipendenti hanno voluto, dico giustamente, avere tutte le misure di igiene garantite, ma lo stesso comportamento scrupoloso deve essere adottato anche quando escono dal Comune. Nella vita privata e a casa. Io da sindaco ho dovuto assicurare il rispetto delle disposizioni, come è stato previsto, ma poi non si sa cosa a casa loro fanno. Quindi, ci spiega, adesso devo vedere come attuare questa sorta di disposizioni, di codice etico, a livello normativo e giuridico. In comune, stando le nostre diposizioni, il covid non lo possono prendere, ma anche a casa e fuori dal comune devono rispettare le medesime regole”.

Una decisione questa, che farà sicuramente discutere in tutta la provincia imperiese, ma che è in perfetta linea con quanto invocato dal premier Conte il quale più volte in questi giorni ha sottolineato l’impegno che ognuno di noi deve spendere, per “evitare un lockwdown generalizzato” nel limitare le occasioni di contagio in ambienti privati e familiari.

Angela Panzera

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