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Attualità | 03 giugno 2020, 15:05

L'Argentina celebra “el Día del inmigrante italiano”: un legame forte con il nostro Paese che nasce da Oneglia

La ricorrenza cade il 3 giugno. In quel giorno del 1770 nasceva a Buenos Aires Manuel Belgrano, uno dei padri fondatori della nazione. Era figlio di Domenico, un commerciante imperiese

L'Argentina celebra “el Día del inmigrante italiano”: un legame forte con il nostro Paese che nasce da Oneglia

Se per l'Italia il 2 giugno rappresenta la data nella quale si celebra la festa della Repubblica italiana, nel mondo c'è una comunità di origine italica che prolunga di un giorno le celebrazioni. In Argentina, infatti, il 3 giugno è "el Día del inmigrante italiano", la giornata degli immigrati italiani: una ricorrenza non banale per il popolo sudamericano, da sempre profondamente legato alle sue origini.

La scelta di festeggiare una commemorazione così importante (ufficialmente riconosciuta dal 1996) il 3 giugno non è un caso e non è nemmeno strettamente legata al fatto che segua di un giorno le celebrazioni per la Repubblica italiana. Il 3 giugno del 1770 nasceva infatti, a Buenos Aires Manuel Belgrano, uno dei padri fondatori dell'Argentina nonché creatore della bandiera albiceleste.

E proprio grazie a Belgrano, di chiare origini italiane (il cognome completo è Belgrano - Peri), la festa degli immigrati italiani in Argentina si lega indissolubilmente alla Liguria e alla provincia di Imperia. Domenico, padre di Manuel, era infatti un commerciante di Oneglia trasferitosi oltreoceano quando Italia e Argentina non erano ancora le nazioni che conosciamo oggi. E allora il 3 giugno possiamo dunque considerarlo anche un po' festa di Oneglia, sino al 1923 comune autonomo prima di essere unificata, insieme ad altri, nel comune di Imperia, terra natale di una figura di assoluto rilievo nella storia dello stato argentino.

E per testimoniare una volta di più il legame con l'Italia, in questi giorni diversi monumenti di varie città dell'Argentina si sono tinti del nostro tricolore: Buenos Aires (foto copertina), Rosario (vedi foto allegata) ma non solo.

Roberto Vassallo

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