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Attualità | 03 giugno 2020, 12:47

Imperia, trappole per fauna selvatica sul Monte Caggio. CABS: “Per il Governo italiano il bracconaggio non sembra essere un'emergenza”

"Tali lacci sono in realtà veri e propri cappi in filo metallico sistemati lungo i camminamenti della fauna selvatica"

Imperia, trappole per fauna selvatica sul Monte Caggio. CABS: “Per il Governo italiano il bracconaggio non sembra essere un'emergenza”

Lacci in metallo per la fauna selvatica sul Monte Caggio, alle spalle di Seborga. Questo quanto apparso sui giornali in merito al ritrovamento operato dalla Polizia Provinciale. "Tali lacci - ha affermato il CABS, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio - sono in realtà veri e propri cappi in filo metallico sistemati lungo i camminamenti della fauna selvatica. Il cappio stringe al collo, come ad una zampa o all'addome, causando atroci sofferenze prima che la morte liberi il povero animale dalla tortura".

Per i protezionisti tali ritrovamenti sono purtroppo comuni un po' in tutto il territorio italiano. E' di queste ore, infatti, la notizia del sequestro di lacci ed altri arnesi riferibili al bracconaggio in provincia di Trento ed Avellino. L'unico che però sembra non accorgerse, è il Governo italiano.  "Nonostante il perdurare del bracconaggio - ha affermato il CABS - il Governo italiano fa finta di non vedere l'emergenza". L' Italia, infatti, ha recentemente convinto le autorità europee ad archiviare il fascicolo EU-Pilot con il quale Bruxelles aveva avvisato il nostro paese di non fare rispettare le disposizioni internazionali in tema di protezione della fauna selvatica. Di fatto si trattava di un atto propedeutico alla procedura d'infrazione.

Due Aquile reali uccise rispettivamente nelle Marche e nella provincia di Bolzano, quest'ultima mentre covava nel nido, tre lupi impallinati, uno per ogni Parco Nazionale calabrese, per non parlare degli innumerevoli altri atti di grave bracconaggio - ha aggiunto il CABS - non devono evidentemente impensierire chi dovrebbe tutelare gli animali selvatici".

Il CABS si chiede dove è finita la proposta contenuta nel Piano nazionale antibracconaggio, quello cioè con il quale l'Italia ha ammansito l'intervento Europeo, che prevedeva l'introduzione dei più potenti reati delitti al posto dei deboli reati di contravvenzione che ad oggi sono contenuti nella legge di settore. "Se il fucile ammazza lupi ed Aquile reali - ha specificato il CABS - il reato previsto è una semplice contravvenzione che non fa paura a nessuno. Se invece una rosa di pallini, sparata da mano criminale, uccide un cane la legge, giustamente, punisce con un reato delitto che si rende responsabile del grave gesto. Assicuriamo però - ha concluso il CABS - che entrambi gli animali muoiono dolorosamente".

 

Il CABS è un'associazione di volontari con sede a Bonn specializzata nell'antibracconaggio. È attiva in Italia con numerosi nuclei, oltre che a Malta, Francia, Germania, Spagna, Cipro e Libano.

C.S.

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