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Economia | 13 maggio 2020, 12:35

L'incertezza nel mondo dell'hotellerie e della ristorazione su Arma di Taggia, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare. Il punto con Alessio Contoli (Confesercenti) - Video

Perso il 90% dei guadagni e il futuro sembra tutt'altro che roseo.

Alessio Contoli, rappresentante di Confesercenti per Arma di Taggia, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare

Alessio Contoli, rappresentante di Confesercenti per Arma di Taggia, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare

Passeggiando in centro ad Arma di Taggia appare chiaro come a distanza di pochissimi giorni dalla riapertura del 18 maggio, vi sia ancora un clima di grande preoccupazione, dovuta a regolamenti nazionali non ancora definitivi per riaprire le proprie attività rispettando le misure precauzionali di sicurezza relative all’emergenza Coronavirus. Ne abbiamo parlato con Alessio Contoli, rappresentante di confesercenti per Taggia, Riva Ligure e Santo Stefano al Mare. 

In questa zona della Riviera dei Fiori, il quadro è grave e diversificato, su settori strategici, come quello della ristorazione e dell’hotellerie. Con una stagione turistica che si prospetta a rilento e regolamenti sulla riapertura ancora non definiti, sono molti gli imprenditori che si interrogano su come sarà possibile una ripartenza del motore economico da lunedì mattina.



La saracinesche sono abbassate e sono poche le attività che si stanno preparando alla prossima settimana. In generale emerge che gli imprenditori nei diversi settori, dal commercio, alle spiagge, passando per i ristoranti e gli alberghi, siano bloccati da uno Stato che non ha ancora definito con esattezza come si dovrà riaprire. Una corsa contro il tempo tra norme precauzionali stringenti, al momento soltanto abbozzate ma che sembrano scontentare fortemente tutti. 

Il turismo nella riviera dei fiori è uno dei settori trainanti dell’economia ma oggi prevale l'incertezza verso l'imminente riapertura e soprattutto la stagione estiva alle porte. "Abbiamo aspettato questi decreti e tante categorie sono ancora incerte sull’attuazione e sui punti organizzativi. - ci spiega Contoli - Per quanto riguarda la ristorazione ci sono ancora da valutare la predisposizione dei 4 metri di spazio per cliente e quindi dei tavoli e i passaggi per le aree comuni nei ristoranti. Sull’hotellerie si punterà sulle sanificazioni con macchine a ozono e ionoterapia, a uso continuo nelle aree comuni, però chiediamo soprattutto dei chiarimenti".

"Oggi nel settore alberghiero abbiamo perdite quantificabili almeno nel 90% rispetto ai guadagni fatti in passato perchè abbiamo perso il periodo primaverile e pre estivo che voleva dire lavorare principalmente con i gruppi di passaggio per la Spagna, per Lourdes, anziani o studenti. Per il momento la parola gruppi ce la dovremo scordare ma in questo momento era la nostra fonte principale di guadagno" - analizza il responsabile di Confesercenti.

"Non potremo nemmeno garantire i posti di lavoro stagionali che avevamo invece nelle stagioni passate. - sottolinea - Per questo chiediamo fortemente al Governo che ci aiuti e si interessi alla nostra situazione. Non può chiederci tutte queste tasse che abbiamo sempre pagato. Sono tre mesi che non incassiamo, abbiamo perso tantissime prenotazioni, con disdette fino a settembre e ottobre. Prima avevamo certezze e conferme con caparre in mano che siamo stati costretti a restituire. Oggi non posso pensare di dare lavoro a molte persone come prima quando non ho certezze".

"Chiediamo aiuto al governo. - conclude Alessio Contoli - Bisogna abbassare la pressione fiscale per continuare a vivere, lavorare e dare lavoro. Speriamo nella buona sorte e che questo virus vada a scemare però senza un aiuto a livello fiscale non potremo cominciare a pieno regime".

Stefano Michero

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