“Passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza, attraverso una modifica dell’assetto del Dpcm del 26 aprile e la messa a punto di un sistema di collaborazione tra Governo e Regioni, in cui il primo adotti le linee guida di riferimento e le seconde possano adattarle alle specifiche condizioni dei territori, calibrando le aperture delle varie attività produttive anche con l’applicazione di regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita”. Questa la richiesta avanzata dai presidenti delle Regioni di centrodestra in un documento inviato al Governo, in vista della Fase 2.
“La salute – osserva il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - è il primo e imprescindibile obiettivo, ma non può essere l’unico. Per questo è indispensabile contemperare la doverosa tutela della salute con la salvaguardia del tessuto economico, non solo per limitare allo strettissimo indispensabile la compressione delle più importanti libertà fondamentali dei cittadini ma anche per evitare che la gravissima crisi economica in atto diventi irreversibile, con le catastrofiche conseguenze sociali correlate. Senza contare le implicazioni giuridiche di un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, accettato in una fase di assoluta emergenza, ma che oggi rischia di determinare seri problemi di compatibilità con il dettato costituzionale, in riferimento sia al coinvolgimento parlamentare sia al rispetto del titolo V. Per questo riteniamo necessario e indispensabile lavorare per una progressiva “normalizzazione dell’emergenza”, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione”.
In allegato il documento inviato al Governo.