I test antidroga per le persone che usano il CBD legale non dovrebbero affatto essere un problema, essendo questa sostanza ritenuta completamente conforme alla legge.
Le occasioni durante le quali potrebbe essere richiesto un'analisi di questo tipo sono, ad esempio: prima di firmare un contratto di lavoro, prima di mettersi alla guida di un mezzo e prima di cimentarsi in una attività che possa in qualche modo essere accreditata come pericolosa per l’individuo.
La legge italiana punisce chi, essendosi messo alla guida, risulti avere un tasso di positività nel sangue che sia superiore a 50 ng/ml di THC. Negli integratori a base di CBD la presenza di THC deve essere per legge inferiore allo 0.2 %, ma il metabolismo di ogni individuo è diverso e al fine di essere sicuri, sarebbe meglio non rischiare e non assumere mai CBD prima di mettersi al volante.
Il risultato dei test delle urine per chi usa il CBD
Eseguendo test periodici delle urine nei confronti di chi usa CBD o anche, naturalmente di tutti i dipendenti di un’azienda o dei membri di una associazione sportiva professionistica, potrebbe, talvolta, emergere una conclusione discordante, che sarà inserito tra i cosiddetti “falsi positivi”.
Un sovradosaggio di olio di CBD è di fatto in grado di alterare i risultati dei test e, sebbene non vi sia nulla di male ad usare questo tipo di integratore, chi legge le evidenze di laboratorio, potrebbe, in un primo momento farsi un’idea sbagliata delle conclusioni ottenute.
Basterà ripetere il test una volta sistemato il dosaggio e sicuramente non ci saranno più degli esiti che possano inficiare l’effettivo status del soggetto analizzato.
Dietro il consiglio di un medico esperto, si sarà di certo capaci di mantenere sotto controllo il quantitativo massimo da ingerire durante la giornata, al fine di non dover rischiare una piccola seccatura, durante la prossima sessione di test prevista dalla ditta.
Come ci si deve comportare nel luogo di lavoro
È molto difficile dare un’indicazione univoca su come ci si deve regolare nel luogo di lavoro, quando viene tirata in ballo la questione CBD.
La canapa, pur essendo una sostanza assolutamente a norma seguendo l'aspetto legislativo ogni punto di vista, potrebbe esserci qualche datore di lavoro che ancora storce il naso, sapendo che qualcuno dei suoi impiegati ne fa uso.
Proprio per questo motivo i test antidroga reggerebbero il gioco a chi ha deciso di ricorrere al prezioso aiuto che questo integratore è in grado di dare, non risultando di fatto positivo ad alcun composto stupefacente vietato dalla legge.
Se poco prima di una riunione importante, per placare lo stato d’ansia dovuto al fatto di dover parlare davanti ad una platea di superiori, qualcuno ritenga di fondamentale importanza ingoiare un paio di gocce di olio di CBD, non dovrebbe esserci nulla di male.
Gli sportivi che usano CBD e il test antidroga
È molto più frequente di quanto si creda, nel mondo dello sport, che un atleta professionista ricorra all’uso del CBD per diversi motivi. Tra questi, il fatto che il cannabidiolo possa essere un valido aiuto nel caso di un’infiammazione e che di fatto riduca gli stati d’ansia che possono, frequentemente, comparire prima di una gara determinante.
Anche la facoltà di concedere un riposo migliore e prolungato, ha fatto sì che questo genere di integratore venisse apprezzato in modo particolare da chi sente il bisogno di assicurarsi delle liete ore di sonno.
Fortunatamente, dal 2018, il cannabidiolo è stato tolto dalla lista delle sostanze stupefacenti ed è quindi risolutamente permesso il suo utilizzo. Va ricordato che ogni atleta agonista è seguito da uno staff medico esperto, che saprà indicare modalità di utilizzo e dosaggio, al fine di non eccedere e mettere a repentaglio la salute e causare danni all’atleta.
Proprio per questo movente è bene che anche la persona comune si appelli sempre ai consigli di un medico, affinché non vi sia il rischio di incorrere in qualche spiacevole effetto collaterale.
Altre persone che devono effettuare i test
Tra gli altri soggetti che potrebbero essere sottoposti costantemente ai controlli antidroga in generale, vi sono sicuramente gli ospiti di strutture volte alla disintossicazione di altre sostanze, siano esse illegali o meno, ai carcerati ai quali possono essere stati concessi gli arresti domiciliari o comunque forme meno rigide di detenzione o anche i minori, nei confronti dei quali i genitori o un’autorità si esrima a favore della necessità di effettuare test in questo contesto.
Come già annunciato in precedenza, chi si serve dei prodotti a base di CBD legali, potrebbe risultare essere un falso positivo, ma questo non dovrebbe precludere in alcun modo qualsiasi mitigazione della pena o fiducia da parte delle Istituzioni o da parte dei tutori.