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Attualità | 04 luglio 2019, 15:27

Le 'meduse mangia pesci' nel mare antistante Cervo: le immagini subacquee di Marcello Nan

Il nostro lettore Marcello Nan ci propone una ricca gallery fotografica del mondo marino davanti a Cervo.

Le 'meduse mangia pesci' nel mare antistante Cervo: le immagini subacquee di Marcello Nan

Il nostro lettore Marcello Nan ci propone una ricca gallery fotografica del mondo marino davanti a Cervo.

"Ecco che cosa ho visto nel mare antistante Cervo...E' appena passata l'invasione delle meduse Pelagia Noctiluca di cui le ho scritto una settimana fa, ed è un bene dal momento che quella è una delle specie tra le più urticanti del Mediterraneo ed evidentemente portate in qualche altro lido dalle correnti... oggi in giro non se ne vedono più ... Oggi però ho incrociato quest'altro esemplare (singolo per ora) di  Mnemiopsis Leidyi, comunemente chiamate "meduse mangia pesci"...Si tratta di un fenomeno del tutto nuovo e/o non segnalato finora sulle nostre spiagge".  



"Per quanto ho letto si tratta di organismi, ctenofori tentacolati chiamati "noci di mare" dalla forma ovoidale e dalla consistenza gelatinosa, che vengono scambiati appunto per meduse: da qui la preoccupazione di chi le incontra sott'acqua che, giustamente, per prudenza evita di buttarsi in mare. Ma in questo caso possiamo stare tranquilli: la Mnemiopsis non è affatto pericolosa per l'uomo, Insomma, non è urticante come le vere meduse.  Quindi possiamo prenderla in mano  perché si tratta di esseri sprovvisti di cellule urticanti. Ma se la Mnemiopsis non è pericolosa per l'uomo e dunque i bagni in mare sono salvi, la stessa cosa non la si può dire per l'ecosistema marino".

"Infatti, questi organismi hanno una grande capacità di ambientarsi e di adattarsi al mar Mediterraneo (sono originarie dell'Atlantico) si nutrono di zooplancton, compresi i crostacei, di uova e larve di pesci. 'In tal senso - spiegano da Arpat, alla quale sono giunte segnalazioni della presenza nel mare Toscano di questi organismi - possono condizionare interi ecosistemi e ridurre drasticamente l'ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, naturalmente se ciò avviene in grandi quantità'. Ecco perché 'questa specie è da tempo sorvegliata e le sue segnalazioni sono molto importanti'.  Le segnalazioni di norma vengono trasmesse al professor Ferdinando Boero dell'università del Salento che coordina, a livello internazionale, il progetto sulle meduse e affini nel Mediterraneo. Senza avventurarci in inutili allarmismi noi speriamo si riescano a salvare le specie marine che abitano il nostro mare". 

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