/ Attualità

Attualità | 13 gennaio 2019, 07:11

Oggi è la giornata dedicata all'omosessualità e al dialogo con la religione. Intervista "doppia" al Vescovo Antonio Suetta e al presidente di Arcigay Marco Antei

"Trovo molto negativa e pericolosa la mentalità derivante dalla ideologia 'genere', che Papa Francesco ha giustamente definito una 'colonizzazione ideologica' e 'uno sbaglio della mente umana', dice il Vescovo Suetta

Oggi è la giornata dedicata all'omosessualità e al dialogo con la religione. Intervista "doppia" al Vescovo Antonio Suetta e al presidente di Arcigay Marco Antei

Il 13 gennaio è la giornata internazionale dedicata all'omosessualità e al dialogo con la religione. Scelta in memoria di Alfredo Ormando, poeta e scrittore italiano nato in Sicilia il 15 dicembre 1958, che si diede fuoco per protesta in piazza San Pietro a Roma il 13 gennaio 1998, morendo dopo 10 giorni di atroci sofferenze. Pochi giorni prima Alfredo aveva così spiegato il perché del suo gesto in una lettera: “una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l’omosessualità, demonizzando nel contempo la natura, perché l’omosessualità è sua figlia”.

Abbiamo posto tre domande identiche ai due rappresentanti principali di questa giornata, per la nostra provincia: il Vescovo Antonio Suetta e il presidente onorario di Arcigay, Marco Antei. Queste sono le loro risposte, entrambe e inaspettatamente con gli stessi riferimenti: le frasi di Papa Francesco e alcuni passi religiosi. Ciò che emerge dall'intervista è come due mondi così lontani, cerchino, a modo loro, un dialogo, utilizzando lo stesso iter comunicativo.

Secondo lei come si è evoluta la situazione dal 1998?

Vescovo Suetta: “Innanzitutto desidero ribadire che la Chiesa non demonizza l'omosessualità, ma più semplicemente la inquadra nell'ambito della propria dottrina morale, che, a mio parere, riflette una buona e naturale visione antropologica. A tale proposito cito gli articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica dedicati a tale argomento: 

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

Ritengo che dal 1998 la situazione si sia positivamente evoluta dal punto di vista della conoscenza della condizione omosessuale, certamente meglio approfondita sotto vari aspetti: antropologico, fisiologico e sociale. Aggiungo che si debbono registrare passi molto importanti sotto il profilo legislativo e più genericamente culturale per quanto concerne il deciso superamento di situazioni di discriminazione o, peggio ancora di persecuzione, anche resta da fare molto lavoro e occorre sempre vigilare e maturare in tale sensibilità. Molte realtà professionali, agenzie educative e organismi di volontariato sono disponibili per accompagnare con competenza ed umanità le persone che vivono tale condizione e le famiglie che scoprono di avere un figlio omosessuale.

Un segnale che invece non ritengo di positiva evoluzione è la volontà, talvolta anche aggressiva nell'espressione, di equiparare unioni di persone omosessuali  all'istituto del matrimonio e della famiglia o, peggio ancora, di prevedere la possibilità dell'adozione di figli. Così come trovo inadeguata e invasiva l'ostentazione provocatoria di tale condizione, ad esempio negli ormai famosi 'Gay pride': tutto ciò, a mio avviso, non concorre a promuovere una corretta cultura di accoglienza e di buona convivenza sociale, oltreché ad avere effetti negativi sotto il profilo educativo sia in famiglia che in altri ambiti sociali, principalmente la scuola.

Trovo inoltre molto negativa e pericolosa la mentalità derivante dalla ideologia 'genere', che Papa Francesco ha giustamente definito una 'colonizzazione ideologica' e 'uno sbaglio della mente umana': 'Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione (Papa Francesco, Napoli 21 marzo 2015 - Incontro con i giovani sul lungomare Caracciolo)”.

Marco Antei: “Ricordo benissimo il giorno in cui Alfredo si diede fuoco. Ero un giovane studente universitario e nei giorni successivi non si parlò d'altro. La condanna nei confronti del Vaticano era pressoché unanime nella cerchia dei miei amici universitari. D'altra parte secondo la Chiesa Cattolica la sessualità di una persona omosessuale è (cito) 'oggettivamente disordinata', quindi non ci sono molte vie di scampo. E dire che una delle più belle storie d'amore omosessuale si trova proprio nell'Antico Testamento: è celebre infatti l'amore tra David, futuro re d'Israele, e Gionata, figlio di re Saul. Sarò quindi tranchant: non vedo importanti cambiamenti da parte della Chiesa Cattolica. Solo pochi mesi fa il papa ha suggerito di rivolgersi alla psichiatria in caso di bimbi gay”.

Ritiene che, a prescindere dalle scelte personali di ciascuno, il dialogo con la Chiesa possa essere un sostegno?

Vescovo Suetta: “Certamente sì. La chiesa infatti, pur non rinunciando alle proprie convinzioni dottrinali, desidera accogliere e accompagnare le persone omosessuali in un cammino di fede per chi lo desidera e comunque si impegna volentieri e concretamente nella collaborazione con tutte le persone di buona volontà a far sì che nessuno venga discriminato o perseguitato in ordine al proprio orientamento sessuale. Il dialogo è molto importante perché abbatte le barriere della diffidenza, della paura e dell'ostilità, che sono generate dalla non conoscenza; questo vale senza dubbio reciprocamente”.

Marco Antei: “Il dialogo con la chiesa e con le diverse confessioni in generale è fondamentale. L'Italia è uno stato laico e a volte molti tendono a dimenticarlo. Il dialogo serve a capire dove siano i limiti tra il credo di una persona e le leggi, laiche, dello stato italiano”.

Quale pensa sia la situazione di dialogo fra religioni e omosessualità nel 2019 nella nostra provincia e cosa si potrebbe fare?

Vescovo Suetta: “Nella nostra provincia ho potuto soltanto sporadicamente e occasionalmente discutere di tale tematica. Lo scorso 18 novembre il Consultorio Familiare di ispirazione cristiana di Sanremo ha organizzato in Sanremo un interessante convegno sul tema del rapporto genitori/figli omosessuali: è stato molto partecipato ed stato giudicato stimolante e prezioso come stile di approccio e approfondimento nonché come supporto a genitori e operatori dell'educazione. Ritengo e spero che si debba continuare a lavorare su questo tema soprattutto direttamente con gli adolescenti nell'ambito di una corretta educazione sessuale, che Papa Francesco nell'Esortazione Apostolica 'Amoris Laetitia' ha raccomandato come impegno alle famiglie, alle Parrocchie e a tutte le istituzioni educative in genere”.

Marco Antei: “Quando abbiamo organizzato l'ultima giornata contro l'omofobia le diocesi della provincia di Imperia non hanno risposto al nostro appello. Neanche la comunità islamica ligure, è giusto ricordarlo. È anche importante non dimenticare che il vescovo di Sanremo Suetta si è sempre apertamente schierato contro le unioni civili. Posizioni da medioevo, peccato. Altre diocesi in Italia hanno dimostrato ben altra sensibilità. Invece da anni Arcigay collabora con la Chiesa Valdese e la sezione imperiese non fa eccezione. Una parte dell'otto per mille della Chiesa Valdese è destinato al finanziamento delle attività di prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili. Approfitto per ringraziarli per la simpatica, cordiale e utilissima collaborazione. Cosa si potrebbe fare? Dialogare, dialogare e dialogare. Come già ricordato noi abbiamo cercato il dialogo con la Chiesa Cattolica locale ma invano. Ovviamente siamo sempre disponibili, anche oggi stesso”.

R.G.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium