San Lorenzo e Valli - 09 settembre 2018, 09:01

Viaggio nella Storia della Valle Roya: come si svolse la partita per Briga e Tenda fra Francia e Italia?

Perché, se la costruzione delle centrali idroelettriche avveniva in territorio italiano ed era alimentata da bacini italiani, la Francia aveva interesse alla razionalizzazione delle acque? Ce lo spiega il Dottor Stefano Mormile.

Viaggio nella Storia della Valle Roya: come si svolse la partita per Briga e Tenda fra Francia e Italia?

Il dottor Stefano Mormile ha terminato gli studi in legge, è un appassionato di storia e nel cuore porta il mare e le auto. A Sanremo News Stefano sarà la nostra guida sui territori, i segreti e la storia della Valle Roya. Per quattro settimane potremmo leggere curiosità frutto di ricerche condotte sul luogo. “Vi farò conoscere Briga e Tenda, territori contesi tra Italia e Francia nel secondo dopoguerra; lo farò con un linguaggio semplice, chiaro e lineare. Spero possiate apprezzare i contenuti, per lo più inediti, di questo mio racconto in quattro puntate. Buona lettura”.

Il primo dei nostri quattro appuntamenti inizia con una domanda: come mai le 2 città della Valle Roya, Briga e Tenda, erano così importanti per la Francia? Per comprendere fino in fondo perché, dopo non poche rappresaglie e animi scontenti anche tra i nostri lettori, l’Italia abbia alla fine piegato al volere della Francia firmando quel Trattato di Parigi del 1947 – fondamentalmente impostole – definito “lacrime e sangue” e che faceva apparire l’Italia sconfitta anche dal punto di vista della diplomazia internazionale, è opportuno astrarsi un momento dalla vicenda internazionale, che pure è stata centrale e importante. E a mio avviso definitiva.

Sulla base di nuove ricerche dall’autore condotte dal sottoscritto presso l’archivio dipartimentale delle Alpi-Marittime di Nizza nel luglio 2017, è possibile affermare senza indugio che la partita si giocava nello scacchiere internazionale ma che, altresì, l’abile presidente francese De Gaulle usava la diplomazia come il gioco delle tre carte: di base egli era un abile stratega. In altri termini, da statista molto lungimirante aveva, per la questione di Tenda e Briga, un piano a lungo termine.

La realtà, però, era un’altra. La partita per Briga e Tenda tra Italia e Francia si è sempre giocata a riflettori spenti. O quanto meno, senza quel clamore internazionale che diede poi rilevanza al Trattato trasformando gli incontri preparatori al Palais du Luxembourg in incontri anzitutto mondani.

Le centrali idroelettriche – di cui ancora non era stata ultimata la costruzione – avevano infastidito non poco i Francesi come testimonia il tentativo di conciliazione concretatosi nella sopra riportata convenzione del 7 marzo 1914. A questo punto, però, una domanda: perché, se la costruzione delle centrali idroelettriche avveniva in territorio italiano ed era alimentata da bacini italiani, la Francia aveva interesse alla razionalizzazione delle acque?

La risposta a questa domanda la troviamo nell’art. 9 del Trattato di Pace che rimanda all’allegato 3 al Trattato stesso ovvero alla descrizione tecnica delle garanzie che verranno fornite. Nell’allegato 3, la Francia – che con la firma del Trattato aveva acquisito le centrali di Briga e Tenda – controllava adesso il flusso d’acqua necessario per alimentare le altre centrali idroelettriche di Gran Scala, Venaus e Mompantero. Quindi, si era di fatto presa le centrali ma controllava ugualmente il flusso d’acqua necessario per alimentare le centrali stesse.

Qual era dunque l’obiettivo della Francia? Accentrare e monopolizzare la produzione e la vendita dell’energia all’Italia. Per questo, si legge chiaramente nell’allegato che le garanzie sono fornite all’Italia senza scadenza.

Alla prossima puntata per scoprire il ruolo degli Stati Uniti nella Valle Roya, cosa realmente successe alla luce dei dispacci conservati presso l'istituto storico della Resistenza di Cuneo.

Redazione

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