Il nome è ancora giovane ma il traguardo, dopo anni di lavoro, è arrivato: Paolo Colavito, 23 anni, autore e cantautore ligure, ha firmato una delle canzoni del momento, “Più veloce della luce”, interpretata da Matteo Bocelli e oggi in tour mondiale.
Una storia che parte da Imperia e arriva sui palchi internazionali, passando per una cameretta di due metri per due dove il brano è nato, e per Milano, dove Colavito ha costruito il proprio percorso professionale. La canzone, scritta insieme agli autori Vincenzo Colella e Leonardo Zaccaria, sta raccogliendo grandi numeri: oltre sette milioni di ascolti settimanali in radio. Per Colavito è una conferma e un inizio: “Sentire la mia canzone cantata da Bocelli in tutto il mondo è in televisione è qualcosa che fatico ancora a realizzare- racconta -. Forse il segreto è stato crederci anche nei momenti più difficili”.
Dietro questo traguardo c’è una storia che merita di essere raccontata. La musica entra presto nella vita di Paolo. Da bambino racconta che portava il Canta Tu nelle case degli amici dei suoi genitori per ballare e cantare Michael Jackson; alle elementari incontra il maestro Raffaele Feo, che con un corso pomeridiano gratuito gli apre davvero la porta della musica; alle medie comincia a scrivere grazie al fratello; alle superiori, poi, investe i soldi guadagnati vendendo crostate in un bar per registrare i primi brani nello studio da Giovanni “Meniak”. Poi arriva Milano. Tre anni intensi nel team del produttore Michele Canova, tra studio, scrittura, notti passate a lavorare su pezzi che potevano diventare tutto o niente. “È stato un periodo pieno di ostacoli ma anche di crescita-ricorda Colavito-. Ogni persona che ho incontrato mi ha insegnato qualcosa”.
“La musica per me non é una sola parola, ma un insieme di esse che danzano in perfetta sincronia facendoci sentire meno soli.” Una terapia, un linguaggio che libera e protegge allo stesso tempo. “È come essere lo psicologo di me stesso”, dice. “Quando scrivo, mi sento in un luogo senza giudizio. L'arte è tutto ciò che ci circonda, ma spesso non ci facciamo caso. La natura é la miglior orchestra che io conosca, il mare, il vento, la pioggia”. Il successo con Bocelli non è un traguardo, ma una partenza. Colavito lo sa e lo sente. Ringrazia la famiglia, “che ci ha sempre creduto”, gli amici, il team creativo, e chi da sempre ascolta le sue canzoni. Poi torna a scrivere, perché questo fa da quando è bambino. E oggi lo fa con l’idea che comunque da Imperia al mondo il suo nome ha iniziato a viaggiare. E sembra solo all’inizio.