Nel 2025 ricorre il duecentesimo anniversario della morte di Antonio Salieri, compositore nato a Legnago (Verona) il 18 agosto 1750 e scomparso a Vienna nel 1825. Una figura centrale nel panorama musicale europeo del Settecento e primo Ottocento, Salieri fu protagonista di una brillante carriera alla corte asburgica, maestro di cappella dell’imperatore Giuseppe II e insegnante di molti celebri musicisti, da Beethoven a Schubert, da Liszt a Hummel.
In occasione di questa importante ricorrenza, sabato 7 giugno alle ore 16, presso il Ridotto del Teatro Cavour di Imperia, si terrà una conferenza musicologica dedicata a Salieri, nell’ambito del ciclo 'Conoscere l’opera e i suoi interpreti', promosso dagli Amici della Lirica di Imperia presieduto da Francesco Vatteone. A tenere l’incontro sarà il presidente dell’UNCALM, Athos Tromboni, giornalista e divulgatore di lungo corso, profondo conoscitore della scena operistica italiana ed europea.
La conferenza, ad ingresso libero, sarà l’occasione per approfondire non solo la produzione musicale di Antonio Salieri, ma anche il contesto culturale in cui operò, con riferimenti a importanti compositori a lui contemporanei, quali Christoph Willibald Gluck, Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart.
Non mancherà un’analisi del rapporto – spesso travisato dalla narrazione popolare – tra Salieri e Mozart, oggetto di una controversa leggenda di rivalità che ha trovato ampio spazio nella letteratura e nel cinema, in particolare con il dramma teatrale Amadeus di Peter Shaffer (1979) e l’omonimo film diretto da Milos Forman nel 1984. Una ricostruzione affascinante ma storicamente infondata, che ha contribuito a offuscare per decenni il valore artistico di Salieri, oggi oggetto di una crescente riscoperta.
Antonio Salieri, figlio di agiati commercianti, si avvicinò alla musica grazie agli insegnamenti del fratello Francesco, allievo di Giuseppe Tartini, e del clavicembalista Giuseppe Simoni. Rimasto orfano giovanissimo, si trasferì a Venezia dove proseguì gli studi musicali e debuttò come operista, avviando così una carriera internazionale che lo condusse fino al cuore dell’Impero Asburgico. Le sue composizioni, sia sacre che operistiche, furono eseguite con successo nelle principali capitali musicali europee.
L’incontro del 7 giugno si preannuncia dunque come un’opportunità preziosa per riportare alla luce la figura di un grande musicista spesso frainteso, e per comprendere meglio un’epoca fondamentale della storia della musica.