Un'arte innovativa che unisce la tradizione della danza alla tecnologia. A farla propria è l'imperiese Cora Gasparotti, danzatrice, coreografa e ricercatrice.
Dopo gli studi all'Accademia nazionale di Danza di Roma e all'Università Politecnica delle Marche ora fa parte del team di ricerca e sviluppo del Centro Casa Paganini dell’Università di Genova. Ha sviluppato un metodo, il Creative Movement Hacking, che impegna le nuove tecnologie nel campo performativo, creativo ed educativo. Un progetto che prende forma durante la pandemia, dall'esigenza di esprimersi nonostante le restrizioni: “Attraverso dei software ho iniziato ad analizzare il mio movimento e a trasformare la mia danza in digitale - spiega Cora Gasparotti-. Degli avatar hanno iniziato a danzare al posto mio nel metaverso, in ambienti virtuali”.
Una visione ‘futuristica’ del movimento nata, oltre che da necessità contingenti, anche da un sentimento più intimo, legato alla volontà di superare un disturbo di dismorfia: “Avevo una percezione alterata del mio corpo, era diventato difficile danzare davanti a uno specchio e stavo sperimentando nuove modalità per superare questo limite”. Poi la possibilità di vedere il proprio movimento trasformato in una nuvola di punti, le ha permesso di acquisire una nuova consapevolezza: “Il problema non era la mia danza, ma vederla associata alla mia immagine corporea -prosegue Gasparotti- , da lì ho capito che potevo traslare l’essenza della mia danza su corpi che non fossero il mio, usarla per diventare altro come suoni o luci, qualcosa diverso da me che però, nella mia testa, mi assomigliava di più”.
La ricerca si concretizza anche nelle performance che Gasparotti ha portato in scena a Roma con la sua compagnia OMNIA, fondata nel 2024: una realtà ibrida che unisce a competenze artistiche, quelle scientifiche e tecniche. "Ci esibiamo in campi virtuali o dal vivo, con danzatori e proiezioni immersive che permettono di 'rendere visibile l’invisibile' e portano lo spettatore in un limbo tra realtà e surrealtà".
Un spettacolo che, chissà, potrebbe arrivare anche a Imperia : "Rivedere il teatro Cavour aperto è stata un'emozione -conclude l'artista- da piccola mi sono esibita su quel palco e poterlo fare un giorno, con qualcosa di nostro, sarebbe un sogno".