Mattinata di confronto stamattina in Comune a San Bartolomeo al Mare, dove si è svolto un vertice operativo tra i rappresentanti dei Comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora per fare il punto sul dossier del contestato progetto del parco eolico di Monte Chiappa. Sul tavolo, le osservazioni da inviare in Regione Liguria entro la scadenza fissata per il 15 maggio, termine ultimo per influenzare il procedimento autorizzativo in corso.
All'incontro hanno preso parte amministratori locali, tecnici comunali, impegnati nella definizione delle strategie e dei contenuti da sottoporre all'attenzione della Regione.
"Ad oggi sono già state presentate 37 osservazioni – dichiara il sindaco di San Bartolomeo al Mare Filippo Scola –. Quelle dei nostri tre comuni saranno redatte in maniera separata, perché i territori coinvolti presentano caratteristiche geomorfologiche, paesaggistiche e ambientali differenti. Serve un’attenzione mirata da parte della Regione, non una valutazione generica".
Il confronto tra le amministrazioni locali non si ferma qui: è previsto un nuovo incontro nei prossimi giorni, probabilmente in modalità telematica, per finalizzare le ultime integrazioni tecniche e giuridiche alle osservazioni.
Nel frattempo, sul territorio cresce anche la mobilitazione dal basso. Ad Andora sta prendendo forma un nuovo comitato civico, che si unirà a quello già attivo a San Bartolomeo, promotore di assemblee pubbliche e momenti informativi. Entrambe le realtà si pongono un obiettivo comune: stimolare una riflessione più approfondita sull'impatto del progetto eolico, che interessa in particolare le dorsali collinari dell’entroterra tra Imperia e Savona, aree di pregio naturalistico e paesaggistico.
"Siamo favorevoli alle energie rinnovabili – ricorda ancora il sindaco Scola – ma serve una pianificazione seria, non una trasformazione forzata di aree naturalistiche in impianti industriali. Bisogna ascoltare le comunità locali".
Il progetto, proposto dalla società Tozzi Green, prevede l’installazione di 7 aerogeneratori alti circa 180 metri sul crinale che divide le province di Imperia e Savona. Una realizzazione che ha suscitato sin da subito forti perplessità: le criticità sollevate riguardano l’impatto visivo, il possibile degrado ambientale e le ripercussioni negative su attività agricole e turistiche, fondamentali per l’economia dell’entroterra. Alcuni esperti hanno anche evidenziato il rischio di alterazioni delle falde acquifere, elemento che ha ulteriormente alimentato la preoccupazione tra i residenti.
Il dibattito è acceso anche in Regione, dove le osservazioni provenienti dai Comuni e dai comitati locali potrebbero rivelarsi determinanti nell’indirizzare le valutazioni finali degli uffici competenti. Una partita ancora aperta che coinvolge il futuro del paesaggio del Golfo dianese. e non solo