Pura e limpida come l’acqua. Un modo di dire che non sempre va bene, specie se l’acqua in questione è quella che esce dai rubinetti pubblici della nostre città. L’avvertimento è di Greenpeace che nella campagna «Acque senza Veleni», che ha avuto luogo tra settembre e ottobre 2024, ha verificato la contaminazione da PFAS (sostanze poli e per fluoroalchiliche) nelle acque potabili delle regioni italiane.
La Liguria è la regione con la contaminazione da PFAS più diffusa: tra i valori più elevati quelli riscontrati a Imperia dove la concentrazione di è, infatti, pari a 25,6 ng/l. Un livello elevato considerato quello delle altre città: 28,6 ng/l a Rapallo, 25,7 ng/l ad Albenga, 25,6 ng/l a Sarzana, 13,8 ng/l a Genova, 8,7 ng/l a Savona e 4,1 ng/l a La Spezia. Imperia è, dunque, seconda nella classifica ligure dopo Rapallo (20,7 ng/l). E 4 ng/l il valore massimo di PFOS.
L’organizzazione ambientalista tra settembre e ottobre 2024 ha raccolto 260 campioni in 235 città italiane per rispondere alla crescente preoccupazione della popolazione e per sopperire alla mancanza di dati pubblici. Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale).
Dalla metà del secolo scorso migliaia di molecole appartenenti al gruppo dei PFAS sono impiegate in svariati processi industriali e per la produzione di beni di consumo per via delle loro proprietà. Una volta rilasciati nell’ambiente si degradano molto lentamente, per tale ragione sono comunemente noti come “inquinanti eterni”. La loro difficile degradazione può determinare la contaminazione di acqua potabile, aria, coltivazioni, alimenti e persino il nostro corpo.
In alcune grandi città sono stati eseguiti due campionamenti (come Genova e Torino). Nella classifica nazionale tra le città con le concentrazioni più elevate nelle due regioni del Nord, Liguria e Piemonte ci sono Tortona (Alessandria, con 39,8 ng per litro), Bussoleno (Torino), e Rapallo (Genova). Non solo. Le analisi hanno rilevato la presenza del cancerogeno Pfoa (acido perfluoroottanoico) in 121 comuni, pari al 47% del totale.