Eventi - 24 aprile 2024, 07:11

Imperia, una mostra per ripercorrere la vita dell'eroe partigiano Felice Cascione (foto e video)

"Attraverso Cascione ricordiamo non solo i mariti partigiani, ma anche i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale che ha espresso la Resistenza”, dice Giovanni Rainisio, presidente dell’Istituto storico della Resistenza

Non fu vano il tuo sangue Cascione, primo, più generoso e più valoroso di tutti i partigiani. Il tuo nome ora è leggendario, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s’arruolarono sotto la tua bandiera”, così nel 1945 Italo Calvino su La Voce della Democrazia si riferiva a Felice Cascione, l’eroe imperiese della Resistenza, medaglia d'oro al valore militare, tra i primi a trovare la morte in montagna nel gennaio del 1944.

L'INTERVISTA

Nell’ottantesimo anniversario della morte, avvenuta ad Alto il 27 gennaio 1944  durante un assalto dei nazifascisti, l’Associazione nazionale partigiani, l’Istituto storico della resistenza e l’Associazione volontari della libertà, lo ricordano con una mostra a lui dedicata, visitabile fino al 24 aprile nei locali del Cremlino in piazza Dante.

La mostra, tramite fotografie inedite, ripercorre la vita di Cascione: l’adolescenza e la maturità classica, gli studi universitari, l’attività sportiva come pallanuotista nella Rari Nantes, la professione di medico, che gli valse il nome di battaglia di “U Megu”, fino alla vita e la morte da partigiano.

Felice Cascione è una figura importante per la Resistenza imperiese e nazionale -spiega Giovanni Rainisio, presidente dell’Istituto storico della Resistenza - Con lui ricordiamo tutti i partigiani, più di 600, che sono morti nella nostra provincia, i civili caduti per le rappresaglie tedesche e le oltre 800 persone che sono state mandante, dalla nostra provincia, nei campi di concentramento”.

Alla vigilia del 25 Aprile, ricordare Felice Cascione significa ricordare i valori cardine della Resistenza: “Con la Resistenza abbiamo battuto l’ideologia totalitaria fascista e nazista, abbiamo ricostruito la democrazia del nostro paese e abbiamo dato vita alla Costituzione. Attraverso Cascione ricordiamo non solo i martiri partigiani, ma anche i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale che ha espresso la Resistenza”.

Valori che hanno mosso la vita del medico, che nel dicembre del 1943 davanti a due prigionieri della Guardia Repubblicana che dovevano essere fucilati per tradimento, disse: "Ho studiato venti anni per salvare la vita di un uomo, come posso acconsentire a dare la morte a due persone che hanno errato perché non hanno avuto, come noi, la fortuna di essere educati alla libertà, alla bontà, alla giustizia? I due prigionieri hanno salva la vita".

Tra le fotografie anche il testo originale di Fischia il vento, la canzone che è diventata un inno prima della Divisione Garibaldi e poi di tutta la lotta partigiana: “Cascione ne ha scritto le parole, poi corrette dalla mamma che era maestra, la musica invece è dell’amico Ivan Sibilla, che ha portato con sé dalla Russia, la melodia di Katjuša”, spiega Rainisio. La canzone, scritta nel casone di "Passu du Beu" nel comune di Stellanello, è stata intonata per la prima volta nella notte di Natale del 1943.

La mostra  è aperta dalle 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15.30 fino alle 19.