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Attualità | 01 marzo 2024, 07:11

Cinquecento le persone bisognose d’aiuto assistite in un anno da Santa Teresa di Calcutta

L’associazione che ha sede a Imperia è attiva con una convenzione con la Caritas Diocesana

Cinquecento le persone bisognose d’aiuto assistite in un anno da Santa Teresa di Calcutta

La sede di via Berio non è mai deserta, c’è sempre qualcuno per un pasto o una doccia. L’associazione “Santa Teresa di Calcutta”, infatti, è presente tutti i giorni con il suo aiuto ai bisognosi che siano italiani o stranieri, bianchi o neri, africani o sudamericani.

Siamo in convenzione con la Caritas Diocesana – spiega il presidente Giuseppe Bottinoe nel 2023 abbiamo offerto pranzi o cene a più di 500 persone bisognose, con un media di 25/30 al giorno”.

Bottino è un volontario come la trentina dei suoi compagni che, in sostanza, rappresentano il “braccio operativo” della Caritas con cui sono in convenzione. “La nostra sede di via Berio – continua – si trova in un immobile dove ha sede anche la Casa Madre Ada a cui paghiamo i pasti che ci preparano mentre noi, oltre alla cucina, purtroppo manchiamo di un dormitorio, necessario per i nostri assistiti che stiamo attivamente cercando”.

Tra le incombenze, infatti, c’è anche l’assistenza delle urgenze abitative come gli sfratti che l’associazione può “curare” fino a 10 giorni. “Oltre che per le docce e i pasti, – precisa il presidente – siamo impegnati anche con i locali toilette, il centro di ascolto, gli aiuti per le bollette, i farmaci e la scuola di italiano”. Una serie di “compiti” che necessitano di risorse finanziarie oltre che umane. “Possiamo contare sui contributi della Diocesi, – sottolinea – sulle offerte dei privati e sui bandi vinti e finanziati dalla Compagni di San Paolo mentre, per il dormitorio che ci necessita, speriamo anche nel sistema bancario”.

Risorse monetarie non certo da utilizzare per i volontari. “Gli italiani che si rivolgono a noi sono circa il 30 per cento degli assistiti – la stima di Bottino – e per il 60 per cento sono italiani separati che, pur lavorando, non reggono gli impegni alla ex-famiglia ma anche stranieri, ovviamente, peruviani in particolare che spesso trovano lavoro anche aiutati dai loro connazionali mentre sono in minoranza gli africani, quelli con le maggiori difficoltà”.

Un impegno, insomma, che occupa la vita e i desideri. “Il mio sogno più grande – confessa – è riuscire a realizzare il dormitorio: aiutare gli altri fa sentire meglio, ritorna molto di più di quanto si offre”. 

Ino Gazo

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