Al Direttore - 28 dicembre 2022, 15:55

Inneggia a Putin e tira il freno di emergenza, panico sull’Intercity diretto a Ventimiglia: sui treni delle vacanze scarsa sicurezza

Il racconto di un lettore “l’uomo visibilmente ubriaco è stato fatto scendere tranquillamente alla stazione di Alassio”

Momenti di tensione e paura, ieri era, sull’Intercity 689 diretto a Ventimiglia tra le stazioni di Albenga e Alassio: un viaggiatore, visibilmente ubriaco, ha azionato, infatti, il freno d’emergenza. 

Lo scrive in una lettera indirizzata al nostro giornale un testimone oculare diretto a Imperia. “All’improvviso quest’uomo è entrato nello scompartimento urlando frasi sconnesse e senza nessun motivo ha azionato il freno d’emergenza. Ne è seguito uno stridore di freni e poi, dopo diversi secondi, ci siamo fermati. Questa persona visibilmente ubriaca ha cominciato a inveire contro le persone che erano nello scompartimento pretendo che rispondessero alle sue frasi sconnesse importunandole e spaventando anche delle donne sole. In mano brandiva una borraccia di alluminio che avrebbe anche potuto usare. A un certo punto ha iniziato anche a inneggiare a Putin in un chiaro delirio. Parlava in un italiano stentato, a un ragazzo tunisino ha detto di essere marocchino, ma sembrava più dell’est Europa.  Dopo diversi minuti è arrivata la capotreno che ha iniziato a cercare di calmarlo chiedendo ai passeggeri di ignorarlo, altrimenti sarebbe stato peggio. Qualcuno ha indicato in lui come l’uomo che aveva tirato il freno a mano, contribuendo a innervorsirlo ulteriormente , tanto che l’operatrice delle Fs che sembrava conoscerlo, è stata costretta a dirgli che eravamo fermi per un guasto al locomotore”.

Finalmente -prosegue il nostro lettoresiamo ripartiti e l’uomo è sceso alla stazione di Alassio. Nel frattempo è arrivato un altro ferroviere che ha rilevato il fatto, i sigilli del freno erano saltati dicendo che avrebbe denunziato il fatto come compiuto da ignoti. Ignoti?  Da cittadino mi chiedo perché non è stata fatta intervenire la polizia ferroviaria e l’uomo sia stato lasciato andare tranquillamente per i fatti suoi, senza una denuncia per interruzione di pubblico servizio, come sarebbe capitato a chiunque altro, col rischio che potesse far male ad altri o farsi male”.

E pensare che a Milano Centrale prima di salire sul treno ci sono stati controllati i documenti ad uno a uno senza fornire una spiegazione da parte di polizia e addirittura uomini dell’Esercito.  Pare che siamo sprofondati in uno Stato di polizia, ma solo quando fa comoda a chi comanda ora a Roma. Morale della favola invece che alle 22.24, siamo arrivati a Imperia a mezzanotte”, conclude il lettore.          

Redazione