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Attualità | 20 luglio 2022, 13:12

Rivieracqua chiude il bilancio 2021 con un utile di 1.9 milioni, ora la nomina del nuovo Cda e l’ingresso del privato (Video)

Mangiante: “Ci hanno dato una società che perdeva 6 milioni con 11 milioni di fatturato e la lasciamo recuperata, che genera utili e con un fatturato di 38 milioni di euro”

Il Cda di Rivieracqua. Da sinistra: Sara Rodi, Gian Alberto Mangiante e Giacomo Chiappori

Il Cda di Rivieracqua. Da sinistra: Sara Rodi, Gian Alberto Mangiante e Giacomo Chiappori

Oggi è il giorno zero, si riparte”. Così Giacomo Chiappori, consigliere del Cda di Rivieracqua, commenta l’approvazione del bilancio 2021 della società che chiude l’anno con un utile netto di 1,9 milioni e un margine operativo lordo di 4 milioni e 110 mila euro.
Nella Sala degli Specchi del Comune di Sanremo oggi è andato in scena l’atto decisivo per dare il via alle fasi cruciali per la ripartenza della società chiamata alla gestione dell’acqua pubblica in provincia di Imperia: la nomina del nuovo Cda, l’omologa del piano da parte del Tribunale e, infine, l’ingresso del socio privato previsto entro l’autunno.

Nel 2021 i risultati di Rivieracqua sono quelli di una società che ha un proprio equilibrio di parte corrente, il personale è cresciuto dai 38 dipendenti del 2017 ai 168 dell’anno scorso, da un fatturato di 11 milioni a un fatturato di 38 - ha commentato al termine della riunione il Gian Alberto Mangiante, presidente del Cda di Rivieracqua - è un passo importante, ma ancora non basta per andare a pagare i debiti che sono stati contratti in tutti questi anni e non basta per effettuare quegli investimenti di cui giustamente reclamano l’effettuazione tutti coloro che frequentano l’ambito imperiese”.

Per quanto riguarda la crisi idrica abbiamo beni strumentali per circa 17 milioni di euro, 16 dei quali derivano dalla valutazione degli investimenti che sono stati fatti sul territorio - ha proseguito Mangiante - dimostra come, in un territorio complesso come quello dell’Imperiese, gli investimenti siano stati vicini allo zero. È chiaro che oggi Rivieracqua fa il possibile per tamponare una situazione ingestibile ma con gli scarsi mezzi di cui può disporre è impossibile prevedere un piano organico sul territorio. Aspettiamo i 28 milioni di euro del PNRR che devono essere sbloccati a breve e di cui la Regione ha dichiarato la disponibilità ad anticiparne una parte, ci sono ulteriori azioni per nuovi fondi da poter utilizzare e riversane in termini di investimenti sul territorio e questo andrebbe a coprire e contenere le carenze che si sono andate a trafficare negli anni. C’è una seconda azione, andare a ripianerò i debiti per le gestioni del passato che ovviamente non potevano essere in equilibrio perché mancava la completa aggregazione e il piano d’ambito che è stato approvato solo a giugno con le ultime modifiche”.

Svolta cruciale sarà l’ingresso del socio privato al 49%, procedura che dovrebbe vedere la luce in autunno. “Le somme che farà affluire consentiranno nella nostra pianificazione di pagare integralmente i creditori - spiega Mangiante - questa ala seconda azione che porterà definitivamente in equilibrio non solo sulla parte corrente come il bilancio dimostra, non solo sulla parte pregressa che sarà definita dall’ingresso del socio, ma anche e soprattutto sulla parte degli investimenti che è quella più importante per renderli operativi e dotare il territorio di tutti gli interventi che avrebbero dovuto essere effettuati ma, per una partenza disorganica, disorganizzata e non pertinente con le necessità, hanno sempre impedito che potessero essere realizzati. Quando il provato entrerà troverà una società ripianato nelle passività e ripianato sotto l’egida del Tribunale con la massima tranquillità e il socio apporterà anche tutta l’effettuazione della parte operativa che è quella della quale il territorio ha bisogno. Sarà un interato che andrà a cumulare con i 28 milioni per il raddoppio del Roja e tutti gli altri interventi che porremo in essere per fronteggiare la crisi idrica”.
Rivieracqua patisce una arretratezza operativa che viene dal passato - ha concluso Mangiante - se non si precisa funge solo da terminale di accuse di cattivo interventismo ed è sbagliato, va contro le persone che lavorano e che si adoperano affinché non sia così”.

L’assemblea odierna non ha potuto procedere con la nomina del nuovo Cda per via dell’assenza delle maggioranze previste dallo statuto; il presidente Alberto Biancheri ha quindi rinviato la convocazione al 10 agosto quando l’assemblea dei sindaci si pronuncerà sia sulla nomina del Cda che sull’approvazione dello statuto societario che prevede il cambiamento da società consortile a società per azioni.

Oggi abbiamo messo il punto zero, abbiamo somatizzato il passato con tutti i problemi che ci sono stati, oggi possiamo dire di essere al punto zero e di guardare al futuro che si era preventivato in passato con una società forte e con il socio privato con una capacità di investimento da oltre 400 milioni - ha poi aggiunto il consigliere Giacomo Chiappori - l’abbiamo riorganizzata, ora la società funziona e il socio privato metterà ciò che serve per risolvere con i privati che hanno necessità di essere pagati, ma il futuro sono gli investimenti. È una società che quando funziona produce una ventina di milioni di utile. C’è un lavoro enorme da fare, ma si farà”.

Le interviste

Pietro Zampedroni

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