Sanità - 07 ottobre 2021, 15:05

Imperia, Neurologia reparto d'eccellenza anche durante la pandemia, l'appello del primario Serrati: "Non rinunciate alle visite per paura e sì alla vaccinazione" (video)

Durante l'emergenza centinaia di pazienti sono stati seguiti puntualmente dal Cdcd. "Gli anziani, spiega Serrati, affetti da deterioramento cognitivo, se non si vaccinano aumentano rischio di mortalità e di finire in rianimazione"

“La prima ondata, grazie al lavoro dei colleghi e della direzione, è stata gestita in maniera significantemente positiva”. Così al nostro giornale Carlo Serrati, Direttore dell’unità operativa di Neurologia all' ospedale di Imperia nonché coordinatore del dipartimento Neuroscienze Ligure. Con lui abbiamo fatto il punto sulla gestione dei pazienti durante l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus, ma abbiamo anche affrontato tematiche attuali come quella relativa alla campagna vaccinale.

“Sanremo si è 'sacrificato' gestendo la massima ondata del covid, ci ha spiegato il primario, una parte l’abbiamo anche avuta noi a Imperia e il risultato, però è stato che la Neurologia ha continuato a fare il proprio lavoro con la gestione degli ictus e dei malati affetti da deterioramento cognitivo. Il covid è stata l’ 'occasione' per rilanciare la telemedicina. Centinaia di pazienti, prosegue il primario Serrati, sono stati seguiti puntualmente dal Cdcd -  che è il centro per la diagnosi e la prevenzione del deterioramento cognitivo-  in particolare dal dottor Leonardi e dalle nostre neuropsicologhe, e questa è stata la prima operazione. Mentre la seconda è che abbiamo riaperto la possibilità delle visite. Quindi pian piano, ormai è un anno, che vi è la possibilità di venire nei nostri ambulatori senza particolari problemi. Invito quindi a non rinunciare alle visite per paura del covid. I pazienti e familiari  arrivano in condizioni di sicurezza”.

Da oltre una settimana in Liguria vi è la possibilità per le persone considerate ultra fragili di ricevere la terza dose. Tra chi è affetto da patologie serie, come quelle neurodegenerative, che assumono una terapia farmacologica importante potrebbe esserci della comprensibile paura, ma – pur valutando caso per caso- il pensiero dei medici è sempre quello di sottoporsi alla campagna vaccinale se non vi sono delle conclamate controindicazioni.

“Non vaccinarsi in questo momento è una sciocchezza, chiosa Serrati. Una sciocchezza che io posso capire dal punto di vista emotivo. Era più comprensibile nei primi mesi dove poteva esserci qualche incertezza, ma adesso i dati sono talmente travolgenti che non vaccinarsi, e parlo soprattutto delle persone anziane affette da deterioramento cognitivo, aumenta in maniera significativa il rischio di mortalità e di ricovero e di finire in rianimazione. Quindi il vaccino sicuramente sì. La risposta, conclude il primario, nel caso di pazienti affetti da deterioramento cognitivo, è assolutamente identica a quella dell’altra popolazione. Non parliamo di pazienti affetti da altre patologie  immunodepressive in cui invece il discorso è, però più problematico”.

Angela Panzera