Economia - 05 ottobre 2020, 11:54

Coldiretti: “Perdite del 30% al settore olivicolo, danni a campi e strutture da Ponente a Levante”

“Bene la decisione di Regione Liguria di dichiarare lo Stato di Calamità, ma, visti gli episodi degli ultimi anni, è necessario incentivare strumenti che proteggano le imprese almeno dal punto di vista economico”

Gianluca Boeri

“L’ondata di maltempo che ha colpito la Liguria ha rappresentato un duro colpo per la nostra agricoltura e per le imprese del territorio, che ora, ad emergenza finita, deve essere affrontato subito con decisione, in modo da dare un reale sostegno a tutti gli imprenditori che nel giro di qualche ora hanno visto andare in fumo, per l’ennesima volta, il lavoro di mesi.” affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa.

Secondo il primo bilancio di Coldiretti Liguria ad aver pagato il prezzo più alto, a causa della pioggia incessante e del forte vento che ha flagellato la nostra regione, è stato il settore olivicolo, con perdite che, nel ponente, arrivano fino ad un 30% delle olive, ormai pronte alla raccolta. Ma i danni sono stati importanti per tutti i settori agricoli, partendo dalle orticole fino ad arrivare alle serre scoperchiate ed allagate della Piana di Albenga, a causa di bombe d’acqua improvvise, frane, smottamenti e fiumi usciti dagli argini.

Partendo dalla provincia di Imperia, la zona più colpita, in tutte le valli si registra una perdita di circa il 30% delle olive, travolte dalla furia del vento e dei temporali, che, partendo dal pomeriggio di venerdì, si sono abbattuti con una violenza inaudita sul territorio. Inoltre l’esondazione del Roja, ha portato alla distruzione di infrastrutture irrigue, ponti, muretti a secco ed all’interruzione di strade, provocando anche danni alle colture nella vallata adiacente (Val Nervia), dove si constatano ingenti perdite alle coltivazioni del Fagiolo di Pigna e della lavanda. In Valle Argentina è stata colpita soprattutto l’area di Badalucco, con il crollo del ponte, oltre a danni alle infrastrutture e ai muretti a secco; allo stesso modo i collegamenti della Valle Impero sono stati interrotti dal crollo del ponte di Vessalico e nell’area si sono verificati allagamenti e frane diffuse. In grandi difficoltà i Consorzi irrigui, che hanno subito ingenti danni alle captazioni nei torrenti, con conseguente momentanea interruzione della fornitura di acque irrigue alle imprese. Non meno ingenti le perdite subite in Valle Arroscia, con pascoli distrutti,  strade interrotte e ponti inagibili. Un allevatore in alpeggio sul monte Frontè con 250 capi di razza piemontese è stato tratto in salvo con l’elicottero dai Vigili del Fuoco. 

Proseguendo in provincia di Savona, si registrano danni pesanti all’olivicoltura, mentre in Val Bormida si riscontrano gravi disagi per assenza di corrente elettrica, strutture scoperchiate dal vento, oltre a diverse frane e alberi abbattuti che hanno reso difficili i collegamenti. Nella Piana di Albenga diverse le aree che sono state invase dall’acqua e, sia nella piana sia nell’entroterra, numerosi i tunnel danneggiati dal vento.

Nel Levante l’esondazione del fiume Vara ha allagato alcune aziende dell’Alta Val di Vara, mentre frane e smottamenti hanno isolato intere aree del Tigullio. L’ingrossamento del Magra ha tenuto tutti con il fiato sospeso, mentre il vento incessante ha scoperchiato i tunnel di diverse aziende. I danni più gravi, anche nel levante, riguardano il settore olivicolo.

“Ovunque si siano abbattuti fenomeni intensi e continui come quelli dei giorni scorsi - 
proseguono Boeri e Rivarossa – hanno provocato ingenti danni e messo in ginocchio paesi, città e aziende.  Purtroppo siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, che ormai non di rado si esprimono con episodi violenti e non contenibili, con una forte tendenza alla tropicalizzazione, dove le precipitazioni, sempre più intense, trombe d’aria, e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su un territorio reso più debole dalla cementificazione e dall’abbandono delle aree marginali, ma anche dalla mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori. È ora più che mai indispensabile pensare ad azioni concrete che riescano, se non a prevenire, almeno  a contenere i danni: perdere imprese che con il loro lavoro tentano di custodire il territorio è fuori discussione, per questo riteniamo importante la decisione di Regione Liguria di dichiarare lo Stato di Calamità per il nostro territorio. Inoltre, se eventi del genere risultano sempre più difficili da frenare, è importante incentivare strumenti che almeno proteggano le imprese dal punto di vista economico, come ad esempio le assicurazioni: a tal proposito, a nostro parere, è vitale rendere tale strumento il più accessibile possibile, allargando la possibilità di assicurare tutti i prodotti e ridurre i costi elevati. Nei prossimi giorni verificheremo ulteriormente la situazione: è necessario controllare la tenuta delle strutture rimaste in piedi per quantificare il reale danno subito dal territorio”.

C.S.