Politica - 09 agosto 2020, 22:52

Concluso il tour di Ferruccio Sansa nell'entroterra ligure: una tre giorni molto intensa per il candidato presidente della Regione Liguria, le sue impressioni di viaggio

“Sono stati tre giorni intensi, bellissimi, costruttivi", scrive Sansa.

Nella foto: Sansa a Borgomaro (Im) con la signora Lucia, 93 anni

"Abbiamo girato la Liguria in lungo e in largo: 500 km dall’area archeologica di Luni, al confine con la Toscana, fino all’estremo ponente, nei paesi della Valle Impero come Pontedassio, Chiusanico e Lucinasco, passando per l’entroterra savonese, da Sassello, Urbe, Rossiglione, Campo Ligure... 

Abbiamo incontrato i cittadini, sentito le loro storie e ascoltato le loro proposte, le loro richieste. In ogni borgo e in ogni località, la prima domanda è stata quella di migliorare la sanità

Le persone si sentono abbandonate e ci chiedono aiuto: così alla Spezia, dove i cittadini del comprensorio sono stati costretti a curarsi fuori regione per un totale di 53 milioni di euro per mobilità passiva; 71 milioni se si conta tutta la Liguria. I malati oncologici aspettano di fare la chemio all'afa nel giardino dell’ospedale perché a Sarzana il servizio è stato chiuso e mai più aperto. 

La sanità è il principale problema anche a Sassello e nell’entroterra savonese. In questo caso, il dramma  si lega con l’altrettanto grave criticità del dissesto idrogeologico: solo la pazienza degli anziani cittadini, gente di 80 e 90 anni, ha evitato che la terra ai sbriciolasse sotto la pioggia, compressa e soffocata dal cemento che è stato costruito negli ultimi anni. In questi paesi c’è assolutamente bisogno di un distretto sanitario che copra 24 ore su 24. “Se qualcuno sta male il venerdì - ci hanno raccontato i residenti -, fino a lunedì non c’è nessuno per visitarlo”. Per andare dal pediatra, da qui, ancora oggi l’unica scelta è arrivare al Gaslini di Genova. Il collegamento viario è praticamente inesistente, motivo per il quale i medici, ma anche gli insegnanti non vogliono venire a lavorare in queste aree. “Si sentono al confino”, ci raccontano.

L’altro grande tema è il turismo: per cinque anni l’entroterra è stato dimenticato e snobbato dall’attuale giunta. Noi non vogliamo che il turista vada dalla costa fino all’entroterra e vogliamo valorizzare i paesi al di là del primo crinale. Il Parco nazionale di Portofino è un progetto che porterebbe milioni di euro di investimenti e posti di lavoro. Il turismo sostenibile è possibile. Un turismo per tutti a vantaggio di tutti è possibile. 

Come nella Valle Impero dove i cittadini hanno redatto un progetto di “Rinascimento” che dal digitale porti vantaggi ai vari settori di questa terra. Quest’area, già molto attrattiva per il turismo, potrebbe ritrovare i mestieri di un tempo, messi nell’angolo dal modello di sviluppo degli ultimi anni fatto di industrie e cemento. Qui le nuove tecnologie, il digitale e le infrastrutture come la banda ultra larga saranno decisive per ammodernare il settore agroalimentare. Le eccellenze del territorio come l’olio, i fagioli o i funghi potranno essere venduti grazie all’e-commerce e le coltivazioni potranno essere favorite dalle nuove tecnologie. Allo stesso modo, i servizi potranno essere migliorati: come il Taxi rurale 2.0 realizzato in forma cooperativa, lo sviluppo del telelavoro e della teledidattica e corsi di riqualificazione per inoccupati e immigrati. 

La questione dei trasporti è centrale in tutta la Regione, soprattutto in valle Argentina che è lunga 30 chilometri ed è senza mezzi pubblici per gli anziani. La Liguria non deve più essere solo pochi chilometri di costa, ma un insieme unito nelle proprie peculiarità. È dalle montagne dell’entroterra che noi liguri abbiamo trovato la spinta per il mare, per scoprire nuovi orizzonti. Per la nostra forza. Da qui dobbiamo rinascere. Insieme ce la facciamo”.