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Attualità | 19 marzo 2020, 12:27

Cosa sta accadendo in Francia dopo il 'lock down' di martedì? Intervista al giornalista di Nice Matin Christope Cirone (Video)

Intanto secondo quanto scritto da Nice Matin, dal Direttore dell’agenzia sanitaria pubblica francese, serviranno tra 2 e 4 settimane per avere un cambiamento dell'epidemia di Coronavirus.

Cosa sta accadendo in Francia dopo il 'lock down' di martedì? Intervista al giornalista di Nice Matin Christope Cirone (Video)

I francesi si preparano ad allungare i tempi del ‘lock down’, ovvero della chiusura totale dei negozi ‘non essenziali’ e delle disposizioni relative alle uscite di casa della popolazione. 

Secondo quanto scritto da Nice Matin, dal Direttore dell’agenzia sanitaria pubblica francese, serviranno tra 2 e 4 settimane per avere un cambiamento dell'epidemia di Coronavirus. Secondo lo stesso direttore è probabile che sarà necessario estendere le misure di contenimento: "Oggi è troppo presto per poter dire qualcosa sulla dinamica dell'epidemia in Francia – ha detto – e, se facciamo affidamento sull'esempio della Cina, l'inversione della curva avverrebbe tra metà e fine maggio”.

Per capire cosa sta accadendo in Francia, abbiamo deciso di intervistare un collega, un giornalista di Nice Matin, il quotidiano più importante del Sud della Francia. Si tratta di Christope Cirone, il cui cognome ovviamente conferma le sue origini italiane.

Christope lavora da casa, come fanno da alcune ore i suoi colleghi per l’emergenza Coronavirus, e ci ha spiegato come stanno andando le cose a Nizza e in Costa Azzurra dopo il ‘lock down’ di ieri a mezzogiorno: “In Francia, come in Italia, ci vogliono alcuni giorni per far cambiare le abitudini anche perché non è facile capire la perdita della libertà. Ci sono stati i discorsi del Presidente e del Primo Ministro ed abbiamo capito che la situazione era molto seria. Comunque abbiamo visto ancora domenica che la gente era comunque in giro ma, da ieri a mezzogiorno le cose sono cominciate a cambiare”.

Christope si è collegato con noi poco dopo la fine di un servizio che ha realizzato in centro a Nizza, per capire come stava evolvendo la situazione: “Sono da poco rientrato da un servizio per il mio giornale e, anche se abbiamo deciso di limitare i movimenti e lavorare da casa. Quando usciamo lo facciamo con mascherina e guanti ed oggi ho fatto un servizio nella città vecchia, dove i giovani aiutano gli anziani per la spesa e le commissioni che devono essere fatte. In centro c’erano pochissime persone anche perché i negozi sono tutti chiusi ad eccezione degli alimentari e delle farmacie. Ho notato i controlli della Polizia che hanno chiesto anche a noi. Purtroppo c’erano anche alcune persone, poche per fortuna, che chiacchieravano tra loro in modo troppo ravvicinato”.

Come avete vissuto i giorni precedenti al ‘blocco’ francese, con i racconti che arrivavano dall’Italia? “Era molto strano capire quanto ci dicevano dall’Italia, soprattutto per il divieto alla libertà di movimento. Circa 20 giorni fa ho chiamato amici e famiglia a Treviso e Milano ed ho capito che c’era un po’ di timore ma non di più. Dalla settimana scorsa ho ricevuto sms e whatsapp nei quali ci segnalavano come la situazione si stava aggravando. Abbiamo così cominciato a capire che poteva arrivare anche da noi. Purtroppo in Francia ci abbiamo messo troppo a capire che quanto accadeva in Italia sarebbe presto arrivato. Anche dai titoli del mio giornale si capisce l’evoluzione dei fatti in Francia. Senza dimenticare l’errore di aver mantenuto le elezioni di domenica scorsa”.

Carlo Alessi

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