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Economia | 24 ottobre 2019, 15:20

Le regole della cessione del quinto per i dipendenti pubblici e privati

C’è stato un tempo in cui accedere al prestito con cessione del quinto dello stipendio era impossibile, se non si era dei dipendenti statali

Le regole della cessione del quinto per i dipendenti pubblici e privati

C’è stato un tempo in cui accedere al prestito con cessione del quinto dello stipendio era impossibile, se non si era dei dipendenti statali. E’ con questa premessa che la formula era infatti nata intorno alla metà del XIX secolo, come privilegio per questa categoria di persone, finché nel 1950 è stata estesa a dipendenti e pensionati pubblici oltre che statali. E poi ancora, nel 2004, la procedura è stata resa accessibile anche ai dipendenti di aziende private, abolendo così il monopolio fino ad allora detenuto da Inpdap. Nel caso dei dipendenti pubblici, il ricorso al prestito con cessione del quinto dello stipendio è una soluzione semplice e immediata per ottenere risorse da impiegare in progetti e necessità personali. Cosa che, in realtà, vale anche per i dipendenti privati. Per quanto riguarda i primi nello specifico, la cessione del quinto prevede due coperture di tipo assicurativo che sono incluse nella rata di rimborso. Si tratta dell’assicurazione sulla vita, che servirà da tutela per gli eredi in caso di un prematuro decesso della persona che ha fatto la richiesta. E poi c’è quella che riguarda il rischio di impiego, nell’eventualità che quel dipendente dovesse perdere il posto di lavoro. Il pagamento di ciascuna singola rata di quel prestito autorizzato verrà effettuato tramite trattenuta sulla busta paga del lavoratore. Quest’ultimo non dovrà perciò fare niente: a trattenere l’importo da versare per saldare il debito sarà direttamente l’Amministrazione.

Le garanzie per il dipendente pubblico

Attraverso la trattenuta fatta direttamente sulla busta paga del dipendente, l’Istituto che ha provveduto a erogare il prestito ha una garanzia importante ovvero quella di ottenere il rimborso con scadenze certe e puntuali, ogni mese. Una garanzia che se riguarda senza dubbio la banca o la finanziaria, è importante anche per il lavoratore stesso. Per esempio, ci sono dei tassi di interesse più bassi rispetto ai prestiti classici e grazie alla massima durata che arriva fino a dieci anni c’è la possibilità di accedere eventualmente anche a cifre importanti, oltre al fatto che non serve un’anzianità di servizio minima. I requisiti? Contratto a tempo indeterminato, stipendio regolare, essere in servizio quando parte la richiesta di prestito e maggiore età quando si sottoscrive l’accordo.

La convenienza della cessione del quinto per dipendenti privati

La cessione del quinto per dipendenti privati si rivolge a chi è assunto con contratto a tempo indeterminato, ma è anche vero che si tratta di una possibilità che riguarda pure i lavoratori a tempo determinato, a patto che il loro piano di rimborso non superi la durata del contratto stesso. Anche qui i vantaggi sono molti: non serve motivare la richiesta di prestito, lo si può richiedere anche se si è subìto un pignoramento, il tasso di interesse è fisso e il rimborso avviene in modo automatico tramite trattenuta. Quanto agli obblighi del datore di lavoro, che assume la connotazione di ‘terzo debitore ceduto’, innanzitutto deve accettare la richiesta di cessione del quinto. Poi, dovrà tutti i mesi versare alla banca la rata dovuta dal lavoratore e vincolare il TFR accantonato da quel lavoratore.

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