Attualità - 16 settembre 2019, 11:31

Terminato nel weekend il servizio antincendio boschivo svolto nell'entroterra dai moto club locali

Il punto della situazione dal presidente del Mc Sanremo, Danilo Benza.

Si è concluso nel weekend appena terminato, il servizio antincendio boschivo che, dal mese di luglio, una quarantina di motociclisti fuoristrada appartenenti a 4 moto club del ponente ligure svolgono volontariamente ed a proprie spese, a tutela del territorio.

Il servizio, che si svolge per il secondo anno consecutivo in collaborazione con i Carabinieri Forestali su percorsi concordati, ha lo scopo di tenere sotto controllo alcune zone della provincia particolarmente a rischio, ed in particolare l’area del Monte Faudo e quella a monte di Sanremo, inclusi i comuni di Perinaldo, Baiardo, Ceriana e zone circostanti. I motociclisti, appartenenti tutti al Motoclub Imperia, Sanremo, Enduro Sanremo e Gentlemen Bordighera alle prime avvisaglie di fumo o incendio, a seconda della distanza, si recano sul posto per verificare se si tratta di qualcuno che con le opportune cautele sta bruciando sterpaglie o se invece si tratta veramente di un principio d’incendio. In questo caso viene immediatamente allertato il 112 che provvede ad inviare sul posto chi e’ preposto al servizio, Vigili del Fuoco, Forestale ed altro.

“Mi duole constatare come – evidenzia il presidente del Mc Sanremo, Danilo Benza - particolarmente in questi ultimi tempi, i motociclisti fuoristrada siano stati presi di mira per i danni che arrecano al territorio ed è un luogo comune da molti anni. Ma spesso si dimentica che moltissimi sentieri e mulattiere del nostro entroterra sono mantenuti attivi e puliti proprio grazie all’opera dei motociclisti i quali, per poter transitare, provvedono, spendendo tempo e denaro, alla manutenzione. Moltissimi sentieri, che per diverse ragioni non sono più percorsi dai motociclisti, sono diventati impraticabili e, chi si lamenta del fatto che i motociclisti creano danno e disturbo, si guarda bene dall’andarli a pulire e mantenere attivi. In molti casi si sono cementate strade interpoderali il cui fondo era divenuto impraticabile per trattori e mezzi agricoli, e ciò impiegando tempo, durante le domeniche ed acquistando, a spese dei moto club: misto, rete e cemento”.

“Certo è che – prosegue Benza - nel cesto di mele ci sono anche quelle marce, ma non sono quelle da cui prendere esempio. Teniamo invece in considerazione coloro che, da 50 anni (le prime moto fuoristrada sono infatti degli anni ’60) si preoccupano del territorio usandolo con attenzione e curandolo anche a favore di chi ama andare a piedi nei boschi percorrendo sentieri storici e dando per scontato che si mantengano puliti da soli, ma così non è. E, anche se molti non lo sanno, buona parte di questi sono mantenuti dai motociclisti. Aspetto importante, e non ultimo, e’ quello turistico, infatti gare di rilevanza nazionale ed internazionale portano in riviera un gran numero di appassionati che frequentano i nostri ristoranti, alberghi e ristori in generale, si pensi che una gara di Campionato Italiano di Enduro ha un numero di partecipanti variabile da 200 a 300 e più che, con meccanici direttori sportivi famiglie ed appassionati al seguito porta non meno di un migliaio di persone che soggiornano in riviera per 3 o 4 giorni. Non credo che 3/4000 presenze, di questi tempi, non abbiano il loro ritorno”.

“Al netto delle polemiche che si sono innescate in questi giorni – termina Benza - sarebbe opportuno che il lavoro che è già stato iniziato, teso a regolamentare la gestione del territorio per tutti coloro che no usufruiscono (bikers, passeggiate a cavallo, pedoni e motociclisti), fosse portato avanti in tempi brevi tenendo presenti le esigenze di tutti. Non è certo con qualche multa che si risolve il problema. Incontriamoci e, con l’ausilio di tutti gli enti preposti (Forestale, Provincia, Comuni ecc.) troviamo una soluzione logica al problema”.

Carlo Alessi