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Politica | 28 novembre 2018, 19:22

Imperia: la minoranza di centrodestra chiarisce la propria posizione sul caso Gabrielli "Nulla contro il Prefetto, il problema è il processo che vede imputato il sindaco" (Video)

Lanteri: "Finito il Consiglio Comunale ci ha aditati uno per uno facendo nomi e cognomi dicendo che siamo indegni di ricoprire il posto di consiglieri comunali. Noi siamo assolutamenti degni, rappresentiamo tanti cittadini che ci hanno votato"

Imperia: la minoranza di centrodestra chiarisce la propria posizione sul caso Gabrielli "Nulla contro il Prefetto, il problema è il processo che vede imputato il sindaco" (Video)

Da ieri non si parla d'altro. In Consiglio Comunale è letteralmente esploso il 'caso Gabrielli'. Il rifiuto alla cittadinanza onoraria di Imperia del Capo della Polizia, a seguito di alcune dure prese di posizione della minoranza, ha scosso il consesso del capoluogo.

Dopo le repliche stizzite di sindaco, vice e capigruppo di maggioranza questa mattina è intervenuta anche la consigliera del Movimento 5 Stelle Maria Nella Ponte in apertura della conferenza stampa dedicata, prima del fatto avvenuto ieri, al tema rifiuto delle question time.

A chiudere il cerchio, almeno per ora, la minoranza di centrodestra che ha voluto chiarire attraverso i suoi rappresentanti, Luca Lanteri, Alessandro Savioli, Monica Gatti, Gianfranco Gaggero e Davide La Monica, la propria posizione.

"Non accettiamo assolutamente e respingiamo al mittente quello che ha detto, in un momento di grande arrabbiatura, ieri sera il sindaco - ha esordito Lanteri. Finito il Consiglio Comunale ci ha additati uno per uno facendo nomi e cognomi dicendo che siamo indegni di ricoprire il posto di consiglieri comunali. Noi siamo assolutamente degni, rappresentiamo tanti cittadini che ci hanno votato, andiamo avanti sulla nostra strada e rispondiamo ai nostri concittadini imperiesi, alla nostra coscienza e non alla sua. Sappiamo noi quando siamo degni del nostro operato e quando non lo siamo, non aspettiamo certamente che ci venga detto dal sindaco.

Ieri sera sono intervenuto, a nome di tutti i colleghi di centrodestra per non fare confusione. Abbiamo detto che noi non eravamo d’accordo sulle procedure che aveva seguito il sindaco e che ritenevamo non opportuno ciò che stava facendo vista la sua condizione e la sua situazione personale. Non avevamo e non abbiamo nulla contro il Prefetto Gabrielli verso il quale nutriamo grandissima stima in quanto bravo servitore dello Stato che ha fatto bene in passato e che speriamo possa fare altrettanto.

Il problema nasce qui a Imperia per il processo che vede imputato il sindaco per aver aiutato Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per associazione mafiosa reato molto grave. Noi riteniamo che il sindaco avrebbe dovuto fare questa proposta di cittadinanza onoraria una volta terminato il suo processo. Noi siamo garantisti e ci auguriamo che tutto si risolva nel modo migliore per lui, però in questa situazione a nostro avviso quello che ha fatto non doveva essere fatto. Ribadiamo la nostra stima a Gabrielli, ci è dispiaciuto quanto successo ma rimaniamo convinti e fermi sulle nostre ragioni. Scajola non ha assolutamente considerato il Consiglio Comunale, per lui non esiste. Ha gestito male la pratica sia in riferimento ai gruppi di opposizione e ritengo anche a quelli di maggioranza perché il Consiglio è sovrano. Prima doveva esprimersi e poi dare notizia e mandare gli inviti per la cerimonia, cosa che invece aveva fatto prima".

"Ritengo che quanto successo ieri sera sia anche il risultato di una procedura non adeguata al procedimento in questione - ha spiegato la consigliera Gatti rappresentante della Lega. Simili delibere dovrebbero essere condivise e proposte ufficialmente da tutto il Consiglio Comunale anche attraverso una mozione sottoscritta all’unanimità da tutti i consiglieri. Così non è stato. Nelle riunioni delle commissioni consiliari non si votano le pratiche, gli assessori competenti le illustrano informando i consiglieri delle intenzioni dell’amministrazione. L’invito recapitato anzitempo e la discutibile opportunità temporale hanno fatto il resto. Ecco perché ho deciso di abbandonare l’aula. Non perché avessi qualcosa contro il Prefetto Franco Gabrielli, anzi è una figura a cui va tutta la mia stima, ma per l’iter seguito, poco partecipato e monopolizzato dal sindaco".

"Per sgomberare il campo da ulteriori equivoci e strumentalizzazioni che sono già avvenute in maniera tempestiva ieri da parte del sindaco e in data odierna da parte del suo vice, desidero chiarire che la scelta in astratto di dare questa onorificenza a Gabrielli è una scelta che condividiamo in toto - ha sottolineato La Monica. Il valore della persona non si discute, ha avuto una carriera esemplare sempre in prima linea anche nella lotta contro il terrorismo. Il problema è il modus operandi del sindaco, che come in passato denota una totale mancanza di rispetto nei confronti dei gruppi di opposizione: ci ha invitato alla consegna del premio prima ancora di votare la pratica, qualcosa di incredibile, una gaffe colossale. In secondo luogo le pendenze giudiziarie del sindaco premettendo che noi siamo dei convinti garantisti, attualmente il sindaco è incensurato per ciò è un cittadino come noi che ha il diritto di svolgere l’incarico che gli è stato dato. Va però detto che conferire un’onorificenza di questo genere in una situazione sua personale di questa gravità la riteniamo scelta non opportuna. Bastava aspettare qualche mese, noi speriamo tutti che esca positivamente da questo processo, non c’era nessuna urgenza di fare questa consegna in questo momento".

"Il sindaco ha fatto un grave errore formale mandando l’invito prima di portare la pratica in Consiglio - ha evidenziato Savioli. Lui ha chiesto scusa, ne prendiamo atto, ma non condividiamo questo modo di operare da parte del sindaco. L’insulto che ci ha fatto pubblicamente come persone indegne è veramente sgradevole, lo rimandiamo al mittente. I consiglieri vanno rispettati sia quando si tratta di votare a favore, di astenersi, di votare contro o di abbandonare l’aula. Risulta poi inopportuno il momento storico in cui è stata proposta questa pratica, si poteva benissimo attendere la fine del processo”.

Sui colleghi di minoranza che hanno votato a favore, risponde Lanteri: "Sembra ormai che siano allineati, non soltanto a votare, ma anche ad applaudire Scajola ogni volta che parla. Fanno bene ci mancherebbe, avranno le loro ragioni. Io invece ho già spiegato che se mi esprimo a favore devo esserne veramente convinto mentre quando non sono o non siamo convinti abbiamo altrettante ragioni che riteniamo valide, in una sola parola si chiama: democrazia"

Li ritengo non più esponenti della minoranza – aggiunge La Monica – bensì chiaramente della maggioranza. L’abbiamo visto recentemente con il nuovo movimento politico del sindaco a cui hanno partecipato questi esponenti, ne abbiamo letto e li abbiamo visti a una cena, riferimento a Fabio Natta presidente provinciale. Questa ne è stata la conferma”.

Su Maria Nella Ponte, travolta dalle polemiche: "Io sottolinerei l’intervento equilibrato fatto dal collega di minoranza Edoardo Verda – prosegue La Monica. Il gruppo di Abbo ha abbandonato l’aula come noi, mentre ieri sera il sindaco sembra essersi dimenticato di questi esponenti che sono stati i primi a intervenire su questa pratica”.

Aggiunge Lanteri: “A mio avviso il presidente Camiolo ha sbagliato a non lasciar concludere la consigliera Ponte perché non stava parlando della vita privata di Scajola, ma di riferimenti alla sua vita politica. Non condivido nel merito quello che ha detto soprattutto le critiche rivolte al dottor Gabrielli, ma siamo in democrazia ed era un dovere ascoltare quando voleva esprimere poi ognuno si regolava di conseguenza”.

Conclude la conferenza il consigliere Gaggero: "Condivido quello che hanno detto i miei colleghi aggiungendo che il primo intervento sulla pratica, cosa che mi ha colpito, è stato fatto forse dal più giovane rappresentante del Consiglio. Io rispetto tutte le menti, ma l’onestà intellettuale di un giovane di 21 anni merita più rispetto e voglio fargli un applauso. Diciamo che in seguito a questo intervento, noi eravamo già convinti di quanto fatto, lo siamo stati ancora di più. Indegni è una brutta parola, non si deve dire a nessuno tantomeno a persone che sono lì a rappresentare onestamente e con dignità cittadini di Imperia, metà della città. Chi vuole esporre le proprie idee non può essere attaccato in questo modo sennò finiamo in dittatura. Ad esempio gli applausi in Consiglio sono sempre più frequenti anche se vietato anche ieri addirittura in maniera ironica a seguito della decisione di Gabrielli”.

Lorenzo Bonsignorio

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