C’era chi si aspettava un comizio e chi sperava di vedere sul palco il Beppe Grillo di sempre. E lo show del comico genovese al Teatro Ariston di Sanremo non ha smentito nessuna delle due ipotesi.
Il binomio Grillo-politica è ormai inscindibile. È sempre stato suo cavallo di battaglia fin dagli esordi e lo è ancora da quando si è fatto creatore prima e portavoce poi del Movimento. Mancano gli attacchi alle altra forze, fatta eccezione per qualche frecciatina innocua e forse il suo status attuale non gliele permette. Ma non ha risparmiato lunghi elogi al lavoro del Movimento e più di un riferimento al reddito di cittadinanza e ai concetti fondanti del progetto politico.
Beppe Grillo, come è nella sua natura, spazia. Snocciola numeri, statistiche, dati più o meno accurati per raccontare un mondo che cambia e al cui passo veloce pare tenga moltissimo. Fa paragoni tra le vecchie e le nuove generazioni, ipotizza un mondo futuro fatto di una tecnologia sempre più avanzata e con un uomo meno protagonista del lavoro e più padrone di sé stesso.
C’è traccia anche del Grillo che avevamo conosciuto prima del Movimento quando racconta di meticciato, del mix di culture contemporaneo, delle grandi metropoli, del mondo che cambia aprendosi a chi arriva da Paesi diversi. E viene così difficile accostare queste sue parole all’attuale alleanza di governo.
Come molti si aspettavano, dal palco non ha fatto mancare qualche riferimento alla situazione locale. Poca cosa, va detto, ma pur sempre degna di nota. In apertura una battuta su Sanremo e sul suo traffico. “Ogni volta che vengo ci metto sempre di più dal casello al centro, sembra che si sposti verso il basso” ha detto, ironizzando sulla toponomastica sanremese.
E poi Claudio Scajola, il neo sindaco di Imperia, bersaglio fin troppo facile. Prima una frecciatina sul concetto di rinnovamento e poi, senza mezzi termini e in tono fortemente ironico: “pensavo fosse un ca***ne e invece parla di raccolta differenziata, ho visto la squadra che ha con ragazzi molto in gamba, è il sindaco per antonomasia. Poi Imperia è una città molto strana, molto particolare, adatta per lui”.
Il pubblico dell’Ariston ha gradito. Applausi da chi era presente per chiedere conferme dal Grillo politico e apprezzamento anche da parte di chi lo voleva semplicemente riassaporare come il brillante comico che da decenni racconta l’Italia e il mondo del presente proiettandoli in un futuro che gli è valso quell’etichetta di ‘visionaio’ che un po’ rigetta e un po’ rimarca.